Un italiano su sei non ha intenzione di vaccinarsi contro il Covid ma il Ministro Speranza ha assicurato che la relativa vaccinazione non sarà obbligatoria

Mentre sembra ormai certa la disponibilità delle prime dosi del vaccino anti-Covid da somministrare in via prioritaria alle categorie fragili, anziani, malati cronici e operatori sanitari, entro la fine del prossimo gennaio, una recente ricerca demoscopica ha messo in allarme le autorità politiche e sanitarie: il 37% degli italiani vuole sottoporsi alla somministrazione del vaccino anti-Covid il prima possibile, mentre il 42% è orientato ad attendere per capirne l’efficacia, il 16%, ovvero un italiano su sei, non ha intenzione di farlo. Tuttavia, il Ministro della Salute Roberto Speranza, ospite ieri sera di Fazio Fazio a “Che tempo che fa”, su Rai 3, ha rimarcato che il nostro Paese deve provare a raggiungere l‘immunità di gregge, e quindi una vaccinazione anti-Covid di massa, con la “persuasione“. “Possiamo provare a raggiungere l’immunità di gregge senza partire dalla obbligatorietà ma è una valutazione che faremo nel corso dei mesi. Lo valuteremo in corso d’opera. Per avere il via libera dell’Ema (Agenzia Europea per i Medicinali, ndr), dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco, ndr) e di altri centri istituzionali di controllo dei vaccini, c’è bisogno di processi molto rigorosi“, ha precisato.
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Covid, Ministro della Salute Roberto Speranza: “Persuasione, no obbligatorietà del vaccino”. EMA: “Fornire dimostrazione convincente dell’efficacia”
Nei giorni scorsi, in occasione della conferenza stampa convocata per ufficializzare la proroga delle misure restrittive fino al 3 dicembre per Calabria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta, tutte in zona rossa, il Ministro Speranza ha confermato che, al netto di tutte le validazioni, “potremmo avere le prime dosi del vaccino anti-Covid già nella prima fase del 2021“. Nondimeno l’EMA, l’Agenzia Europea per i Medicinali, ha ridimensionato le aspettative di quanti, dopo le dichiarazioni del Ministro Speranza, già si erano “messi in fila” per vaccinarsi: “La commercializzazione di vaccini contro il Covid nell’Unione europea può essere autorizzata solo con prove solide che soddisfino i requisiti regolatori a livello globale e se è dimostrato che i benefici superino i rischi. Gli sviluppatori di vaccini devono, inoltre, fornire dimostrazione convincente dell’efficacia. L’EMA e le agenzie regolatorie internazionali hanno adottato procedure per la revisione ciclica dei dati sulla qualità e di quelli clinici e non clinici”.
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