Disaccordo tra il Governo e le Regioni sulla bozza del nuovo Dpcm, scontro su più punti tra le parti in causa: i temi più caldi

Durante il pomeriggio di sabato 25 ottobre, sono giunte le anticipazioni della bozza del nuovo Dpcm. Nel corso della serata però è esplosa una polemica con le Regioni. Il Governo aveva scelto la chiusura degli esercizi, quali bar, ristoranti e negozi, alle ore 18 a partire da lunedì, ma lasciando la possibilità di movimento alle persone. Chiusura del tutto, invece, a bar, ristoranti e gelaterie la domenica e durante i giorni festivi.
Inoltre i cittadini permessi al tavolo divengono 4 al massimo. Non saranno consentite feste, che siano al chiuso o all’aperto, neppure successive a celebrazioni religiose. Decade il limite di 6 persone a casa, vi è la raccomandazione di non ricevere chi non è convivente. Chiusura per i cinema, i teatri, le sale da concerto, le sale bingo gioco d scommesse, le palestre e le piscine.
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Nuovo Dpcm, le richieste delle Regioni al Governo

Si trattava dell’ipotesi trapelata al termine del vertice del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione e su cui deve dire la sua ora il Comitato tecnico scientifico convocato d’urgenza per valutare i provvedimenti da attuare nel nuovo Dpcm. Quest’ultimo vigerebbe, a patto che non vi siano altre modifiche, fino al 24 novembre. Tuttavia le Regioni non sono d’accordo. I governatori hanno letto la bozza e scritto una lettera al presidente del Consiglio. Questi dicono no al coprifuoco a partire dalle 18 e richiedono che i ristoranti restino aperto fino alle 23, i bar fino alla 20, l’apertura dei bar e dei ristoranti la domenica e la chiusura dei centri commerciali nel weekend.
Opposizione da parte loro anche al blocco della circolazione tra le Regioni. Rifiuto dell’aumento fino al 75 percento della didattica a distanza per le scuole superiori, la richiedono al 100 percento. Richiesta la chiusura dei licei e l’apertura dei ristoranti. Difficile che l’ala rigorista del Governo e lo stesso Conte accettino queste proposte. Inoltre le Regioni chiedono anche la rivalutazione della chiusura di palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri ecc. nonché i tamponi solo per i sintomatici.