Alan Turing, l’informatico che salvò la vita di 14 milioni di persone

Ad Alan Turing dobbiamo il metodo per dare forma definita al concetto di funzione effettivamente computabile mediante una macchina astratta. Cioè la macchina di Turing. Ma non solo questo. Il matematico e logico inglese fu un pioniere della scienza dell’informazione e dell’intelligenza artificiale, e contribuì a salvare 14 milioni di persone. Come?

La macchina di Turing: il primo computer della storia (wikipedia) – curiosauro.it

Il genio di Alan Turing

La storia afferma che Alan Turing salvò almeno 14 milioni di persone. Lo fece grazie alla decrittazione della Macchina Enigma dei nazisti, un sistema di scambio di informazioni cifrate all’apparenza inviolabile. Ma Turing, con il suo team,  riuscì a decodificare quei messaggi e a determinare così la vittoria degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale. Senza il suo lavoro Hitler avrebbe perso lo stesso, ma dopo molto tempo, il mondo avrebbe subìto altri eccidi.

La figura di Turing è stata riabilitata dopo molti anni di oblio o di scarsa considerazione. Oggi lo riconosciamo come uno dei fondatori dell’informatica moderna e un eroe. La sua macchina altro non è che un progenitore del computer. Ma questo studioso morì suicida a soli quarantuno anni, nel 1954. Mangiò una mela intrisa di cianuro, dopo aver subìto una condanna alla castrazione chimica per omosessualità, scelta dallo stesso Turing in alternativa al carcere. In Gran Bretagna, fino al 1967, gli omosessuali venivano infatti processati e perseguiti dalla legge.

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Il geniale matematico ha ottenuto la sua rivincita molti anni dopo. Solo nel 2010 la regina gli ha concesso la grazia postuma. E oggi sia nel mondo dell’informatica che della logica è considerato uno dei geni del Novecento.

Le conquiste teoriche e pratiche del logico

Alan Turing, logico e matematico inglese (Getty) – curiosauro.it

Attraverso l’esercizio logico, Turing concepì il primo vero computer della storia. Lo immaginò come un calcolatore provvisto di un nastro diviso in campi. A questo nastro diede la possibilità di scorrere in un senso o nell’altro, senza limiti. Pensò che ciascun campo potesse essere adatto a contenere un simbolo di un determinato alfabeto finito. La macchina di Turing doveva essere provvista di una memoria, capace di ritenere un numero finito di istruzioni.

Inoltre doveva avere un “occhio” in grado di esaminare un campo per volta. Secondo il logico, questa macchina, trovandosi di fronte a determinati simboli scritti, sarebbe stata in grado di compiere calcoli ed esibire risultati coerenti. Vi ricorda qualcosa? Già… è proprio il nostro computer!

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A Turing dobbiamo pure l’elaborazione del test di Turing: criterio che ci consente di stabilire se una macchina è intelligente. In pratica, uno studio fondamentale per lo sviluppo dell’AI. E non dobbiamo dimenticare il suo prezioso aiuto nel decrittare il codice Enigma usato dai tedeschi per le comunicazioni radio.

L’aspetto originale del dispositivo di crittografia di Turing – curiosauro.it
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