Cosa provano gli insetti quando li schiacci? Ecco la risposta che non ti aspettavi

È opinione diffusa che gli insetti non provino dolore. Si sostiene infatti che queste creature dovrebbero essere sprovviste di un sistema nervoso centrale così complesso da contemplare la decodifica dello stimolo della sofferenza fisica. Ma è davvero così? Ecco che cosa davvero provano gli insetti quando li schiacci.

In un nuovo articolo pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, alcuni scienziati della Queen Mary University di Londra hanno ribaltato il luogo comune sull’insensibilità al dolore di queste piccole creature.

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È vero che gli insetti non provano dolore? (iStock) – www.curiosauro.it

Quello che provano gli insetti quando li schiacci è davvero terribile…

I ricercatori sostengono che anche gli insetti hanno molto probabilmente un controllo nervoso centrale della nocicezione. E ciò significa che sono in grado di rilevare gli stimoli dolorosi. Tale ipotesi implica che queste creature conoscono l’esperienza del dolore. Ed ecco su cosa dovresti soffermarti la prossima volta schiacci degli insetti. Lo stesso dovranno fare ricercatori e scienziati: dal punto di vista bioetico si aprono infatti nuovi dibattiti sulle colture intensive di insetti, la conservazione e il loro trattamento in laboratorio.

La modulazione della nocicezione è un meccanismo fondamentale nella conservazione delle specie. Senza lo stimolo del dolore ci esporremmo a pericoli continui e non saremmo in grado di ottimizzare le possibilità di sopravvivenza. Nei mammiferi tale modulazione è eseguita dai neuroni del cervello: i neurobiologi la chiamano fase di controllo discendente della nocicezione.

E si è sempre supposto, con pregiudizio, che gli insetti non disponessero di un tale controllo, perché sprovvisti di circuiti neurali atti a metterlo in azione. La stessa cosa si è pensata per decenni anche dei pesci, fino al riconoscimento dell’errore. Alcuni ricercatori inglesi sono però riusciti a capire che anche gli insetti possono gestire la nocicezione. Ovvero il rilevamento di tutti quegli stimoli dannosi, mediato da recettori specializzati chiamati nocicettori. La stimolazione dei nocicettori porta alla sensazione di dolore, cioè a un’esperienza soggettiva negativa generata dal cervello.

Dolore in mosche, zanzare e api

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Le api possono provare sofferenza fisica, lo afferma uno studio inglese (Pixabay) – www.curiosauro.it

In base a prove comportamentali, neuroscientifiche e molecolari, i ricercatori inglesi pensano di aver provato che anche gli insetti possiedono controlli discendenti per la nocicezione. In pratica, se schiacci con le mani degli insetti, provochi in loro una sofferenza mostruosa. Se li tieni ammassati in una scatola, provochi loro disagio e dolore. Se li tormenti in laboratorio, li sottoponi a una vera e propria tortura.

E proprio come succede nell’uomo, gli insetti possono modulare il comportamento nocivo. Riescono a sopportare certi dolori e a definire con maggiore intensità altri tipi di sofferenza, in base alle esigenze e alle circostanze. Ciò significa che la modulazione è controllata ed elaborata dal loro sistema nervoso centrale.

Chi studia il dolore provato dai mammiferi quantifica la sofferenza misurando i cambiamenti non riflessivi, complessi e di lunga durata del comportamento naturale dell’animale, che probabilmente sono mediati dai controlli discendenti. Per esempio, se un topo smette di mangiare, si muove di meno o scava ossessivamente, ciò ci lascia pensare che stia provando dolore. Perciò quando notiamo negli insetti comportamenti simili dobbiamo ipotizzare che anche queste creature stiano provando dolore.

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