Covid-19 in Africa: Omicron e caldo salvano la situazione

In Africa le vaccinazioni contro il Covid-19 vanno molto a rilento. Eppure l’infezione, secondo alcuni analisti, si sta attenuando. Com’è possibile? Secondo gli esperti c’entra il caldo… Ma siamo sicuri che il continente sia salvo?

Pandemia in Africa (Getty) – curiosauro.it

Africa e Covid-19: poteva essere una strage

Le vaccinazioni in Africa hanno raggiunto solo l’11%, nonostante nel continente vivano un miliardo e trecentomila abitanti, quasi tutti a rischio. Il Covid-19 poteva provocare una strage. Eppure il continente sta rispondendo meglio del previsto all’emergenza.

Durante il 2021 il principale ostacolo per il continente africano ha riguardato la fornitura troppo limitata di vaccini: i Paesi occidentali che avevano promesso di donare dosi ai Paesi poveri sono stati poco generosi. Finora, secondo l’ufficio regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), in Africa sono arrivati poco più di cinquecento milioni di dosi. Ma solo il 60% di questi vaccini sono stati inoculati. Il problema nuovo è quindi relativo alla cattiva organizzazione sanitaria di molti Paesi. Per raggiungere l’obiettivo del 70% di copertura vaccinale entro fine giugno 2022, l’OMS ha di recente valutato che l’Africa dovrebbe moltiplicare per sei il tasso di vaccinazione anti-Covid. E sembra impossibile.

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Ciononostante, il continente sta apparentemente resistendo agli effetti più tragici della pandemia. Ci sono tantissime infezioni e molti morti,  ciò è innegabile. Eppure i numeri non sono così alti come in Europa o in Asia. Come mai?

Che cosa sta salvando il continente

Vaccinazioni in Africa (Getty) – curiosauro.it

Non sappiamo bene come l’Africa si stia salvando da una vera e propria strage. Ci sono varie ipotesi avanzate dai medici e della comunità scientifica per spiegare un quadro epidemiologico che lascia ben sperare. Innanzitutto ha influito la minor gravità dell’ultima variante, Omicron. Anche se più contagiosa delle precedenti, la Omicron è meno letale, e in Africa è la variante dominante da molti mesi.

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Secondo le previsioni dei medici sudafricani, ovvero del Paese in cui è nata e si è sviluppata la variante, l’ondata Omicron sarebbe durata due volte meno a lungo rispetto a quelle precedenti, e avrebbe provocato meno ricoveri e decessi. Da subito i sudafricani hanno cercato di informare l’Occidente della gravità limitata di Omicron. Non sono stati ascoltati. Numeri alla mano, in Sudafrica il tasso di mortalità causato da Omicron è stato molto ridotto, i ricoveri quattro volte inferiori rispetto a Delta.

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Nel corso del mese di gennaio, il numero di nuovi casi in Africa è aumentato in media tra il 2 e il 5% a settimana, a indicare una fase calante. Un’altra spiegazione che viene spesso avanzata per giustificare contagi limitati riguarda le condizioni meteorologiche del continente. Insomma, c’entrerebbe il caldo.

Caldo e dati sballati

In quasi tutta l’Africa la gente svolge le proprie attività all’aria aperta, e poi non esistono aree con densità troppo elevata (tranne le grandi città e le bidonville). Questa è una possibile spiegazione. Ma è scientificamente pertinente?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima comunque che il numero di infezioni da Covid-19 in Africa potrebbe essere sette volte superiore a quanto suggerito dai dati ufficiali. Mentre i decessi per virus potrebbero essere da due a tre volte superiori. La fine della pandemia non è così vicina…

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