La Cina riporta pezzetti di Luna dopo 44 anni

Dopo ben quarantaquattro anni, sulla Terra sono tornati dei campioni di suolo lunare. Se ciò è stato possibile, lo dobbiamo alla missione spaziale cinese Chang’e-5. La sonda è atterrata un anno fa nella Mongolia Interna, e il ritorno del modulo è stato seguito in diretta da milioni di spettatori con immagini trasmesse dalla CGTN TV.

Pezzi di Luna

Il 16 dicembre 2020 la capsula della missione spaziale cinese Chang’e 5 atterrò nelle steppe mongoliche e portò sulla Terra dei campioni di suolo raccolti sulla Luna. A quasi mezzo secolo di distanza dall’ultima raccolta (fatta dai sovietici con il robot Luna 24), un po’ di Luna è così tornata a disposizione dei ricercatori terrestri.

Dopo molti mesi di silenzio sui risultati della missione, finalmente l’agenzia spaziale cinese ha dichiarato che i reperti sono funzionali alla ricerca. Sono poi emersi dei primi risultati. E nei prossimi mesi il materiale entrerà a disposizione anche di altre istituzioni internazionali.

La missione lampo di Chang’e 5

L’atterraggio della sonda Chang’e-5 carica di materiali lunari (captured) – curiosauro.it

Quella della sonda Chang’e fu una vera e propria missione lampo. Era partita a novembre e a dicembre era già tornata sulla Terra. Dopo tre giorni di volo, il modulo staccatosi dalla navicella raggiunse la superficie lunare. Qui i macchinari robotici cinesi hanno raccolto campioni, superficiali e sotterranei. Poi, il tre dicembre, il modulo di ascesa ripartì per riagganciarsi dopo due giorni al modulo in orbita lunare.

Dopo aver trasferito tutti i materiali, il modulo lunare è precipitato (con un tuffo deliberato e controllato) sulla Luna, come sempre accade durante le missioni lunari. Perché si preferisce scaricare i rifiuti sul satellite? Di base, per evitare che si trasformino in detriti spaziali pericolosi, e poi perché potrebbe tornare utile nelle missioni future.

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Nei giorni scorsi, per esempio, il rover cinese Yutu-2, durante l’esplorazione del lato nascosto della Luna, ha fotografato una strana formazione che da lontano sembra presentare una curiosa forma a cubo. Potrebbe essere un pezzo di qualche modulo americano o russo del passato. Non è quello cinese. Ne siamo certi. O meglio, ne sono certi a Pechino, dato che il pezzo è stato sempre monitorato con i satelliti, e quindi è al sicuro, in una posizione definita.

Che fine hanno fatto i materiali raccolti dalla sonda cinese?

materiali Chang'e 5
Chang’e-5 durante l’allunaggio (captured) – curiosauro.it

Poco meno di un mese fa, dai laboratori di Pechino sono arrivati i primi risultati delle analisi condotte sui campioni lunari raccolti dalla missione Chang’e-5 dell’agenzia spaziale cinese (CNSA). Primo grande risultato: i ricercatori hanno rivelato l’età precisa delle rocce ignee, cioè magmatiche, prelevate dall’unità geologica denominata Em4/P58, un sito a circa centosettanta chilometri da Mons Rümker, nell’Oceano delle Tempeste.

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Ebbene, le pietre dovrebbero avere circa due miliardi di anni. E questo suggerisce un’attività vulcanica molto più recente del previsto. La Luna, che si è formata quattro miliardi e mezzo di anni fa, è dunque stata vulcanicamente attiva più del previsto o di quanto avevamo immaginato.

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Per questo i cinesi hanno calcolato che almeno duemila chilometri cubi di magma dovrebbero aver ricoperto la superficie lunare. Tutti gli interessanti risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Science. E chissà quante altre sorprese ci sveleranno i materiali raccolti da Chang’e-5.

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