Scoperto come terraformare Marte: alla base dello studio il magnetismo

Gli scienziati stanno già da qualche anno ragionando su come poter creare una magnetosfera artificiale per Marte. A quale scopo? Per conformare il pianeta rosso alle condizioni di vita presenti sulla Terra, ossia per rendere abitabile un luogo che a oggi appare inospitale. In gergo astronomico, questa volontà viene detta del terraformare (terraforming). In parole povere, si cerca di dar vita a un processo artificiale di trasformazione di un ambiente extraterrestre in modo da poter immaginare un insediamento umano. E, udite udite, un recente studio ha immaginato una soluzione abbastanza funzionale per terraformare Marte. Spoiler: c’entra il campo magnetico.

Come terraformare Marte – curiosauro.it

Trasformare Marte in una seconda Terra… forse si può

Gli astronomi stimano che un giorno gli umani potrebbero stabilirsi su Marte, e ciò in base a varie ragioni. Primo, perché la durata del suo giorno è più o meno simile a quella che conosciamo sulla Terra. Secondo, perché Marte non è troppo distante dal Sole (e neppure troppo vicino). In più, il pianeta rosso contiene dell’acqua e offre la possibilità, almeno teorica, di aria respirabile.

Per arrivare a tutto ciò, però, sarebbe innanzitutto necessario dotare il pianeta di un campo magnetico, simile a quello terrestre. Dunque è indispensabile una creazione artificiale. Uno scudo magnetico su Marte potrebbe infatti aiutare a trattenere l’atmosfera per la terraformazione.

L’importanza di un campo magnetico per Marte

Campo magnetico anche su Marte (wikipedia) – curiosauro.it

I campi magnetici sono fondamentali per la nostra vita: conservano l’atmosfera, proteggono il pianeta dal vento solare e dalle particelle ionizzanti. E anche Marte, proprio come la Terra, un tempo aveva un’atmosfera densa e ricca d’acqua. Ma quest’atmosfera si è persa, consumandosi, proprio perché non protetta da un adeguato campo magnetico. La fisica ci dice che per creare un campo magnetico, ovvero un campo vettoriale solenoidale nello Spazio, abbiamo bisogno di una precisa carica elettrica generata dal magnetismo, ossia dall’azione attrattiva, detta effetto dinamo, di un nucleo. L’interno di Marte, però, è più freddo e più piccolo di quello della Terra. E ciò crea tanti problemi.

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Secondo gli ultimi studi, Marte presenta soltanto piccole chiazze di campo magnetico superficiale residuo, tutte localizzate nell’emisfero australe e di dimensioni o grandezza non sufficienti per proteggere il pianeta o una colonia.

I problemi pratici e ingegneristici collegati alla terraformazione di Marte

Magnetosfera del pianeta Marte – curiosauro.it

Secondo un nuovo studio, pubblicato su Acta Astronautica, per ovviare al problema sarebbe necessario generare un forte flusso di particelle cariche, all’interno del pianeta o intorno a tutto il pianeta. E la cosa sembra complicata prima ancora che sia approfondita. In alternativa, si potrebbe creare un anello di particelle cariche attorno a Marte, grazie alla sua luna Fobos.

Sappiamo che Fobos è la più grande delle due lune marziane. Un satellite che orbita molto vicino al pianeta (compie un’orbita ogni otto ore). Quindi il team guidato dal ricercatore RA Bamford ha pensato di sfruttare questo satellite ionizzando le particelle dalla sua superficie. Ciò per accelerarlo in modo da creare una toroide di plasma lungo l’orbita.

Terraformazione
Il fenomeno della terraformazione: trasformare un pianeta lontano in un luogo simile alla Terra (Pixabay) – curiosauro.it

Tale fenomeno, in teoria, creerebbe un campo magnetico abbastanza forte da proteggere Marte. Ed ecco che avremmo a disposizione un presupposto essenziale per la terraformazione.

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In realtà non è la prima volta che si ipotizza una soluzione del genere. Già la NASA nel 2017 aveva immaginato la creazione ad hoc di uno scudo magnetico per proteggere Marte. Ma gli astrofisici americani si erano presto arresi contro i problemi formali e tecnici. Dal punto di vista ingegneristico lo scudo è un’opera davvero inconcepibile. Anche il caricamento delle particelle di Fobos, però, suona a oggi un processo fantascientifico. Sappiamo tuttavia che ogni pratica nasce da una teoria… E senza teorie, per quanto ardite e utopistiche, non ci sarà mai realizzazione.

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