Andiamo a conoscere i misteri di Europa: una delle lune di Giove

Il satellite Europa è stato osservato per la prima volta da Galileo Galilei, nel lontano 1610. Si tratta di una delle settantanove lune di Giove. La quarta più grande del pianeta, e la sesta in tutto il Sistema Solare. Europa è un corpo molto misterioso e affascinante, dalle caratteristiche che gli astronomi definiscono “curiose”. Scopriamo il perché…

Europa, la luna di Giove

La luna di Giove: Europa (NASA) – curiosauro.it

Questo satellite, leggermente più piccolo della nostra Luna, presenta un’atmosfera caratterizzata da una buona concentrazione di vapore acqueo, che si rivela però soltanto su una faccia del suo corpo ghiacciato. Si stima che Europa sia composto principalmente da silicati, e sia contraddistinto da una crosta costituita da puro ghiaccio.

Con buona probabilità, il suo nucleo è caratterizzato da una lega liquida di ferro-nichel. Ciò che più ci interessa, tuttavia, è la sua atmosfera. Benché tenue, questo strato gassoso è composto principalmente da ossigeno. E, va da sé, quando c’è a disposizione dell’ossigeno, i ricercatori riescono subito a immaginare scenari di presenza dell’uomo

Com’è fatto Europa?

satellite Europa curiosauro
Europa, il satellite di Giove è abitabile? (NASA) – curiosauro.it

La superficie del satellite è striata, quasi del tutto priva di crateri. Forse si tratta del corpo più liscio esistente nel Sistema Solare. Nel 1997, poi, la sonda Galileo ha notato uno sfogo d’acqua fuoriuscire da un geyser superficiale. Quindi, sul satellite, oltre all’ossigeno, c’è dell’acqua. Si discute da tempo della possibile presenza di un oceano liquido.

La presenza di ossigeno e di acqua è una caratteristica fondamentale per ogni ipotesi di compatibilità del luogo con la vita umana. Ma com’è possibile che Europa presenti un oceano liquido nonostante la sua superficie ghiacciata? Secondo i ricercatori il satellite potrebbe essere riscaldato internamente dalle forze mareali causate dalla sua vicinanza a Giove e dalla risonanza orbitale dei satelliti gemelli: Io e Ganimede. Vi è dunque abbastanza caldo affinché il terreno rilasci il calore necessario per mantenere un oceano liquido sotto la superficie.

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Un articolo pubblicato nel marzo 2013, a cura di Jia-Rui Cook, ipotizzava che l’abbondante presenza di perossido di idrogeno sulla superficie di Europa, se mescolata all’oceano sottostante, potrebbe essere sfruttata come un’importante fonte energetica per eventuali forme di vita semplici. Il perossido di idrogeno è infatti un fattore fondamentale per l’abitabilità dell’oceano (perché decade in ossigeno quando mescolato con acqua liquida).

Nel 2013 la NASA ha rilevato sulla crosta di Europa alcuni minerali argillosi, più precisamente, fillosilicati, che spesso sono associati a materiale organico. Questa notizia ha stimolato nuove ipotesi e studi sulla possibile presenza di una vita aliena.

Lo studio del satellite

L’esplorazione di Europa ha avuto inizio abbastanza tardi, da parte delle sonde Pioneer 10 Pioneer 11 che nella seconda metà degli anni ’70 fornirono al mondo alcune foto del corpo. Queste foto erano però a bassissima risoluzione e poco istruttive. Ci sono stati progressi con il lancio della già citata sonda Galileo (missione della NASA), partita nel 1989 e rientrata nel 2013.

Anche se nessun veicolo spaziale è ancora atterrato sulla superficie di Europa, c’è molto interesse da parte della NASA e delle altre agenzie spaziali del mondo (si è mossa anche SpaceX) riguardo alle sue tante potenzialità. Questo satellite di Giove potrebbe infatti diventare una seconda piccola Terra, da colonizzare o da sfruttare come base per ulteriori missioni spaziali.

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A breve, comunque, dovrebbe partire la Jupiter Icy Moon Explorer dell’agenzia spaziale europea (ESA): una missione finalizzata all’esplorazione di Europa. E la cosa ha senso. Chi meglio dell’Europa potrebbe sbarcare per prima su Europa?

La missione europea

L’Europa alla conquista di Europa! – curiosauro.it

Il lanciatore Ariane 6 è già pronto a far arrivare un orbiter quanto più è vicino è possibile alle tre lune ghiacciate di Giove, cioè Ganimede, Europa e Callisto. Secondo i piani, la sonda europea arriverà nel sistema di Giove nel 2029 dopo aver sfruttato quattro volte l’assistenza gravitazionale della Terra e di Venere.

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La sonda, alimentata con pannelli solari e pesante circa cinque tonnellate, sarà equipaggiata con una strumentazione scientifica all’avanguardia. Fra i vari apparecchi disponibili c’è anche un elemento italiano. Lo Janus: un sistema di telecamere per studiare la morfologia e compiere mappature delle lune con una risoluzione di 2,4 m per pixel. Quest’apparecchiatura è stata creata e fornita dall’Università degli Studi di Napoli Parthenope.

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