Occhio ai pianeti canaglia: potrebbero ospitare la vita aliena

Alla fine, è successo: sono stati rintracciati dei pianeti dove potrebbe risiedere la vita aliena. Gli studiosi li chiamano “rogue planets”, ovvero i pianeti canaglia. Scopriamo di cosa si tratta…

C’è vita al di là della Terra? Molti astronomi ne sono convinti. E ora cominciano anche ad arrivare delle piccole, timide conferme, specie da un punto di vista teorico. Per trovare qualche importante testimonianza di vita aliena dobbiamo guardare a quei mondi che per qualche motivo si sono staccati dal loro sistema solare per vagare per l’universo. Corpi liberi, privi di una stella che li attragga o li governi. Stiamo parlando dei rogue planets, i pianeti canaglia.

Vita aliena sui pianeti canaglia - curiosauro
La vita su pianeti lontani dal Sistema Solare – curiosaruro.it

In quali contesti bisogna ricercare la vita aliena

I ricercatori Mansavi Lingam della Florida Tech e Avi Loeb di Harvard, studiando i pianeti detti “rogue planets”, hanno pubblicato uno studio su Advances in Space Research che argomenta proprio sulla possibile presenza di forme di vita aliene. Una vita sotterranea.

Secondo Lingam è molto probabile che le condizioni strutturali e naturali di un pianeta canaglia siano compatibili con lo sviluppo della vita. Secondo il suo parere, la vita non deve essere per forza collegata alla presenza di acqua superficiale. Un corpo roccioso e arido può sviluppare forme biologiche più o meno semplici. Dove? Nel proprio sottosuolo. Ed è lì che bisogna andare a investigare.

Vita aliena nello spazio
Vita aliena sui pianeti canaglia – curiosauro

Il problema è che non sappiamo ancora quale sia il pianeta canaglia più vicino alla Terra, dato che questi corpi celesti sono deboli: non emettono molta luce. Ma sulla base delle osservazioni generali e dei dati disponibili, è plausibile che il pianeta canaglia più vicino si trovi a soli 0,1 anni luce.

Perché la vita aliena dovrebbe svilupparsi su un pianeta canaglia?

Purtroppo, seppur affascinante, il tema della ricerca della vita aliena non trova largo spazio all’interno del dibattito attuale della comunità scientifica. E non per mancanza di interesse. Il problema riguarda soprattutto i mezzi. La tecnologia utilizzata per cercare tracce di vita nello Spazio risale agli anni ’70.

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Sul rover americano Perseverance, che è da poco atterrato su Marte, sono montati sistemi di scavo e analisi parecchio datati. Qualcosa sta comunque cambiando, grazie alla teoria sviluppata da Lingam e Leob e al lavoro di un gruppo di ricercatori dell’Università di Berna finalizzato alla creazione di una nuova tecnologia in grado di scovare e analizzare amminoacidi, tramite l’uso di uno spettrometro di massa.

Il rover Perseverance - curiosauro.it
Perseverance, il rover della missione Mars 2020 sviluppata dalla NASA (Instagram) – curiosauro.it

Tutto sta ora a raggiungere uno di questi pianeti canaglia. Perché è lì, secondo gli astronomi, che potrebbe essersi formata o potrebbe formarsi la vita. Su corpi celesti vaganti, che sono tutti senza atmosfera, sarebbe di norma impossibile vivere in superficie. E allora bisogna guardare sottoterra, dove le condizioni strutturali, almeno a livello teorico, sembrano compatibili con quelle del sottosuolo terrestre. Più precisamente, bisogna concentrarsi nelle profondità del ghiaccio.

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Gli extraterrestri potrebbero nascondersi sottoterra

Astronauti vita aliena
Alla ricerca della vita extraterrestre – curiosauro.it

Sappiamo come fare. Sulla Terra possiamo analizzare situazioni analoghe. Già da molti anni si studiano le possibilità di vita senza acqua e senza ossigeno. Lo studio del progetto Deep Carbon Observatory ha dimostrato, per esempio, che nel nostro pianeta ci sono molti esseri che sopravvivono ad altissime temperature, senza luce, senza acqua. Possiamo infatti conoscere le bocche idrotermali nelle profondità senza luce dell’oceano e i vermi di ghiaccio che vivono nei ghiacciai.

Ma per ora l’obiettivo più grande rimane quello di provare a scorgere questi mondi. Bisogna rintracciarli per comprenderne meglio caratteristiche e potenzialità. Non manca molto. Con la prossima generazione di telescopi spaziali, che dovrebbero essere spediti nello Spazio con i nuovi lanci, l’analisi umana dovrebbe agevolmente superare i confini del nostro Sistema Solare.

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