Carl Sagan | Visionario e pioniere oltre ogni limite

Chi è stato davvero Carl Sagan? Perché la sua figura intellettuale è ancora oggi così importante? Ripercorriamo insieme la storia di questo immenso scienziato, capace di penetrare le realtà più complesse e di divulgare la propria conoscenza con estrema semplicità.

Dicono sia stato uno dei più importanti astrofisici del Novecento. Di sicuro è stato uno dei più noti. Stiamo parlando del professor Carl Sagan, per molti anni ordinario di astrofisica alla Cornell University (Ithaca, Stato di New York).

Ma oltre all’impegno accademico c’è tanto altro. Sagan scrisse più di seicento trattati specialistici, molti improntati alla divulgazione pura. Fu anche autore di libri di fantascienza e un attivista, impegnato contro il nucleare e l’inquinamento, fra i primi a denunciare i rischi dell’effetto serra.

L’importanza di Carl Sagan

Sagan curiosauro
Il genio di Carl Sagan (Getty) – curiosauro.it

Sagan fu autore di importanti studi su Marte, ed è stato tra i pionieri nella ricerca applicata nelle analisi volte a determinare la temperatura superficiale di Venere. Con la sua consueta capacità comunicativa, spiegò al mondo che la superficie di Venere era secca ed estremamente calda, e in questo modo mise fine a una lunghissima tradizione che vedeva in Venere un pianeta abitabile, o quantomeno molto simile alla Terra.

I suoi calcoli furono poi confermati nel 1962 dalla sonda della NASA Mariner 2, a cui Sagan aveva partecipato attivamente nelle vesti di astrofisico impegnato nella definizione dei criteri di missione.

Oltre a preoccuparsi di Venere, Sagan studiò anche le lune di Saturno. Ipotizzò in tempi non sospetti che Titano fosse caratterizzato anche dalla presenza di oceani liquidi in superficie. Poi, studiando Europa, una luna del pianeta Giove, teorizzò la disponibilità d’acqua al di sotto di una spessa crosta di ghiaccio. Tali sue teorie furono poi in parte confermate da studi più specialistici posteriori.

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Negli anni Settanta, lo studioso collaborò spesso con la NASA. Oltre a partecipare alla già citata Mariner, prestò la sua mente all’organizzazione delle missioni Voyager e Viking. Tuttavia, proprio il progetto Viking fu la sua più grande delusione: credeva che la sonda potesse rintracciare tracce di vita (non in forma microscopica) su Marte. Ma non fu raccolta però alcuna evidenza, e il professore si persuase che in molti gli stessero remando contro per pregiudizio. La ricerca, dal suo punto di vista, era stata superficiale o, per meglio dire, poco convinta.

La passione per gli alieni

Ciò ci introduce a uno degli aspetti più controversi del profilo intellettuale del professor Sagan: egli si dedicò moltissimo alla ricerca di eventuali forme di vita intelligenti extraterrestri… e se questo, da un lato, accrebbe notevolmente la sua fama, dall’altro, gli valse anche aspre critiche da parte del mondo accademico. Partecipò in prima linea alla nascita del progetto SETI (Search Extra Terrestrial Intelligence), finalizzato appunto a studi sperimentali e scientifici sull’esistenza di tracce di fenomeni di vita aliena. Fu poi fondatore della Planetary Society e direttore del Laboratory for Planetary.

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Secondo Sagan, una qualche forma di vita aliena, almeno sotto forma di organismi a base di amminoacidi, doveva essere presente fra le nubi densissime di Giove, e questo in virtù delle particolari condizioni di umidità e calore espresse dalla spessa atmosfera del pianeta.

Il mondo scientifico ufficiale derise e criticò tale teoria, ma senza mai riuscire a confutarla. Lo stesso capitò con le sue tesi sulla presenza su Marte di forme di vita capaci di lasciare impronte.

Le preoccupazioni per la Terra

Carl Sagan con il rover Viking (screen) – curiosauro.it

In un’epoca poco interessata alla questione ecologica, Sagan approfondiva i concetti di riscaldamento globale e di effetto serra. Credeva che l’inquinamento avrebbe rappresentato presto una seria minaccia per il futuro dell’uomo.

Per anni si oppose fermamente all’uso della bomba atomica e alla ricerca nucleare. In più, da visionario qual è sempre stato, continuava a insistere affinché gli uomini si preoccupassero dell’inquinamento spaziale, anticipando di decenni il tema dei detriti satellitari.

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La sua opinione scientifica è stata sempre tenuta in ottima considerazione dal pubblico non specializzato. Carl Sagan fu anche autore di una fortunata serie di documentari televisivi (Cosmos) in cui spiegava i misteri dell’Universo alla gente comune. Con il libro I draghi dell’Eden vinse il premio Pulitzer.

A Sagan dobbiamo soprattutto questo: fu capace di far capire alla gente le più nuove e difficili scoperte scientifiche. Negli anni ’60 e ’70 parlava di relatività ai giovani americani. Spiegava l’effetto serra alle casalinghe. Svelava i misteri del nostro Sistema Solare ai pensionati. E questa è la sua eredità più grande: la capacità di rendere semplice il complesso.

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