Sbadiglio: questione di età | Solo se ci pensi ti succede, ma non immagini il perché

È contagioso, ma non dipende da un moto di empatia. Un’importante ricerca del 2014 ha ribaltato tutto ciò che sapevamo o ipotizzavano sullo sbadiglio. Non si tratterebbe di un riflesso puramente prosociale né di una risposta empatica… Da quanto emerso, lo sbadiglio ha a che fare con l’età.

Contrariamente a quanto ipotizzato da molti studi, la contagiosità degli sbadigli non sarebbe causata dalla mostra capacità di immedesimarci negli altri. C’entrano la stanchezza e l’imitazione. Ma c’entrano anche altri fattori sconosciuti. Tale risposta è sì contagiosa, ma solo in alcuni casi.

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Perché lo sbadiglio è così contagioso? Le ultime ricerche in merito (wikipedia) – www.curiosauro.it

Sbadiglio: perché riguarda l’età?

Il caratteristico riflesso chiamato sbadiglio si ottiene con l’inalazione di aria e il simultaneo allungamento dei timpani. Azioni seguite da una lunga e sonora espirazione. Molte specie animali  (tra cui anche uccelli e pesci) si lasciano andare allo sbadiglio. Ma solo uomini e scimpanzé sperimentano anche i cosiddetti sbadigli contagiosi.

Uno studio del Duke Center for Human Genome Variation, pubblicato su PLOS ONE, affronta in maniera innovativa il misterioso tema dello sbadiglio. I ricercatori hanno negato attraverso un esperimento la supposta connessione tra contagiosità degli sbadigli ed empatia. In più hanno dimostrato che lo sbadiglio è contagioso solo a una certa età.

Nessuna correlazione evidente a variabili come empatia, stanchezza e bassi livelli di energia. La contagiosità di questo riflesso sia negli esseri umani che negli scimpanzé nasce da una risposta mimetica, basata sull’udito, sulla vista o sul pensiero. Insomma, si sbaglia quando si ascolta o si vede qualcun altro sbadigliare. O quando ci si pensa.

Perché è contagioso?

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Gli anziani sbadigliano di riflesso meno dei giovani (Pixabay) – www.curiosauro.it

Sappiamo che i primi sbadigli spontanei cominciano già nell’utero. Quelli contagiosi, invece, cominciano solo nella prima infanzia. Sappiamo poi che alcune persone (come chi soffre di autismo o schizofrenia oppure di disturbi inerenti alla sfera sociale) sbadigliano di riflesso ben più raramente.

La contagiosità di questo riflesso resta però un mistero. Si pensava che dipendesse dall’empatia, ovvero dalla capacità di compenetrazione delle emozioni altrui, da un istinto sociale o dall’ora del giorno. Ma la ricerca di cui vi parliamo, basata su un esperimento con più di trecento volontari ha messo in chiaro che stanchezza ed empatia c’entrano poco. Non è detto infatti che una persona molto stanca o particolarmente empatica si lasci contagiare dallo sbadigliare più delle altre.

L’unico dato scientifico ricavabile dalla studio è che lo sbadiglio contagioso dipende dall’età. In pratica, i partecipanti più vecchi sono portati a sbadigliare meno di riflesso. Più cresciamo e meno ci lasciamo trasportare dagli sbadigli altrui…

Da un punto di vista scientifico l’età è il fattore predittivo più importante per gli sbadigli contagiosi, ma di sicuro ci sono altri fattori che non riconosciamo. La stragrande maggioranza delle variazioni nella risposta allo sbadiglio contagioso non è stata ancora spiegata.

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