Vulvodinia, un disturbo che colpisce molte donne: come affrontarlo

La vulvodinia è una sindrome da dolore cronico che colpisce l’area vulvare di moltissime donne in età fertile. Pur essendo stata analizzata da diversi studi specialistici, non se n’è mai parlato abbastanza… Ma qualcosa sta cambiando anche grazie all’impegno della influencer italiana Giorgia Soleri, che soffre di tale patologia da molti anni.

Tale sindrome si manifesta senza una causa identificabile. I sintomi più comuni riguardano dolore, bruciore profondo e un senso di intermittente irritazione. Di norma, per diagnosticare questa malattia, i ginecologi devono accertarsi che i sintomi durino almeno da tre mesi.

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Una patologia silente ma fortemente invalidante per moltissime donne (Getty) – www.curiosauro.it

Che cos’è la vulvodinia?

Tanto questa malattia è dolorosa quanto difficile da diagnosticare. E fino a poco tempo fa molte donne ne soffrivano senza sapere neppure di cosa si trattasse. Grazie all’impegno dentro e fuori dai social di Giulia Soleri (nota anche per essere la fidanzata di Damiano dei Maneskin), un po’ di luce comincia a rischiarare una sindrome spesso sottovalutata o del tutto dimenticata.

Se ancora non vi è chiaro che cos’è esattamente la vulvodinia, cercheremo ora di spiegarvelo nel modo più semplice possibile. Questa sindrome si presenta sotto forma di dolore o fastidio ai genitali esterni. Il bruciore può essere continuo, e accompagnato da prurito, fastidio e irritazioni. Molto spesso le pazienti avvertono come dolorosissimo l’atto sessuale primario (ovvero la penetrazione) e provano fastidio durante le visite ginecologiche. Ovviamente se è in atto un’infezione, non si può parlare di vulvodinia.

Cause e possibili trattamenti

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Come riconoscere e trattare la vulvodinia. I consigli dei ginecologi e dei ricercatori che studiano questa sindrome dalle cause non chiare (Pixabay) – www.curiosauro.it

La letteratura medica non conosce ancora le cause scatenanti di tale sindrome. C’è chi parla di un concorso di molteplici fattori associati. Ci sono alcune donne che sviluppano una vulvodinia in seguito a infezioni ripetute, soprattutto da Candida o intestinali. Altre volte c’è un problema ormonale o di elasticità dei tessuti. Altri studi hanno dimostrato che il più delle volte entrano in gioco difetti acquisiti o contenuti alla muscolatura del pavimento pelvico o situazioni di atrofia. Infine, delle ricerche più recenti hanno evidenziato una predisposizione genetica.

Dai dati raccolti sappiamo che almeno il quindici percento della popolazione femminile soffre di questa patologia.

Di solito ci si accorge di soffrire di questa sindrome prima ancora dell’inizio dell’attività sessuale. La diagnosi dovrebbe essere possibile con un test del cotton fioc. Funziona così: il ginecologo tocca il vestibolo vaginale con la testina di un cotton fioc per capire se la paziente prova una sensazione di bruciore o di dolore. Il problema è che molte donne credono che il loro sua un problema psicosomatico. Si convincono insomma di provare dolore durante il rapporto sessuale per una questione psicologica…

Il trattamento implica tecniche di rilassamento e rieducazione della muscolatura pelvica. Pare che sia molto utile l’acido alfa lipoico.

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