Ansia climatica: il riscaldamento globale provoca nei giovani depressioni e gravi psicosi, ecco come porvi rimedio

Il riscaldamento globale e i gravi sconvolgimenti ambientali che stanno minando la Terra insidiano anche la psiche. Gli psicologi parlano appunto di ansia climatica. Un malessere diffuso e dalle gravi conseguenze che sta colpendo molti giovani.

È naturale angosciarsi per la situazione del nostro pianeta. Ma in tantissime persone questa preoccupazione sta dando origine a episodi di stress, depressione e attacchi di panico

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La sorte del pianeta ti inquieta o t’innervosisce? Potresti soffrire di ansia climatica! (Pixabay) – www.curiosauro.it

Che cos’è l’ansia climatica?

Il global warming e la distribuzione degli ecosistemi fanno sempre più paura. Soprattutto ai più giovani. E tanti ragazzi stanno cominciando a nevrotizzare la loro consapevolezza sui mali del pianeta fino a trasformarla in disagio psichico. L’ansia climatica è appunto quella preoccupazione iperbolica e totalizzante che sconvolge il presente di chi ha a cuore la salute della Terra.

Di fronte all’innalzamento delle temperature, alla siccità, alla desertificazione e all’insensibilità politica rispetto la questione ambientalie, i giovani reagiscono con angoscia, terrore e rabbia. E questo stato di crescente e ingestibile paura genera ansia. Ci si preoccupa non solo del destino degli ecosistemi, ma anche del proprio futuro… Il domani si prospetta come un tempo dominato dalla scarsità di risorse, dall’estinzione di specie viventi e da un clima impazzito. Ecco perché la preoccupazione tende alla paranoia o alla depressione.

La sintomatologia del nuovo disagio

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Panico, senso d’impotenza, tristezza e depressione: alcuni dei sintomi del nuovo disagio d’ansia (Pxhere) – www.curiosauro.it

C’è chi è vittima di frequenti attacchi di panico. Chi sperimenta stress o depressione. E poi chi soffre di disturbi del sonno, aumento dell’aggressività e alienazione. Da tempo, la scienza medica tratta un particolare disturbo psicologico detto solastalgia. Un disagio strettamente connesso ai cambiamenti climatici. Questa ansia climatica spinge il soggetto a temere che il mondo possa essere destinato a una veloce rovina.

Il termine, coniato qualche anno fa dal filosofo australiano Glenn Albrecht è un neologismo creato dall’unione di due termini antichi. Il latino Solacium (conforto) e la radice greca algia (dolore). Un lemma che indica appunto un malessere che si percepisce quando si assiste a un peggioramento del luogo in cui si vive. Nel nostro caso, la rovina sarebbe dovuta ai cambiamenti climatici, all’urbanizzazione sfrenata, alla cementificazione, alla distruzione della natura.

Di fronte a simili problemi è facile che un giovane si senta impotente e sopraffatto. Ma bisogna comunque cercare di arginare queste psicosi, innanzitutto evitando notizie allarmistiche e conclusioni non scientifiche. L’aiuto degli adulti, in simili situazioni, è fondamentale. E aiuta anche l’impegno concreto. Darsi da fare attivamente per contrastare il problema può aumentare la fiducia dei ragazzi nell’umanità e nelle risorse infinite (o quasi) della società.

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