Anuptafobia: la paura molto diffusa ancora troppo poco conosciuta

Non tutte le persone hanno la possibilità di condividere la propria vita con un partner. La paura di restare soli tutta la vita, soprattutto dopo un periodo lungo in solitaria, può davvero attanagliare, spaventare, logorare l’esistenza…

Si tratta di una vera e propria condizione ossessiva che spinge le persone single a farsi domande del tipo “Perché non riesco a trovare una persona che voglia stare con me?” oppure “Cosa ho di sbagliato io rispetto agli altri”…. E altre domande esistenziali in merito a questo argomento. Di sicuro si tratta di una paura reale legata alla preoccupazione di restare soli tutta la vita, di non provare mai o mai più la sensazione di sicurezza e di amore che tipica delle relazioni sentimentali. Un disturbo diffusissimo eppure troppo poco conosciuto…

Anuptafobia: la paura molto diffusa ancora troppo poco conosciuta- curiosauro.it- 230622
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Giustificare una condizione imposta

Anche se ci sarà sempre colui che ammetterà “di stare meglio da solo che in compagnia di un partner”, questa affermazione va sicuramente contestualizzata. Gli uomini sono esseri sociali per natura. Quando ci sono state delle brutte esperienze vissute con un’altra persona è giustificabile il volersi concedere del tempo per sé stessi unicamente. Ma il non avere mai avuto esperienze non giustifica concretamente quella che sembra essere una condizione imposta, non una scelta. Per questo la ricerca di un partner è fonte di paura e di ossessione.

La paura di restare soli

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La paura patologia di restare soli è anche e soprattutto indotta dalla società che ci vuole: belli, magri, istruiti, realizzati nel lavoro, sposati con casa, auto e figli. Proprio i canoni imposti dalla società attanagliano maggiormente i soggetti che non riescono a realizzare, raggiungere queste tappe. La pressione sociale spinge i single, in questo caso, a vedere questa condizione come un fallimento di cui vergognarsi.

L’insicurezza: la causa scatenante

Le persone che soffrono di questa fobia sono generalmente insicure, dipendenti da gusto e giudizio altrui, senza una precisa identità. Quella/o amico/a che cambia idea spesso, che ogni giorno è in fissa con un trend diverso, che non ha saputo costruirsi quella personalità che rende unici e riconoscibili dentro e fuori, che ha bisogno di persone di riferimento per fare anche dei piccoli passi (genitori, amici, colleghi) e che si ritrovano senza un partner cui fare affidamento e condividere ansie e gioie.

Come uscire da questa condizione

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L’anuptafobia può essere superata. Attraverso una terapia adeguata è possibile uscire dal tunnel buio dell’ossessione. Bisogna analizzare quali sono stati i punti i blocco che non hanno permesso di vivere appieno e con naturalezza una relazione. Ci possono essere mancanze emotive, traumi, insicurezza legata al proprio aspetto fisico, senso di inadeguatezza che spinge tali soggetti a vedere le relazioni come un qualcosa di difficile e altamente inarrivabile. Bisogna evitare di dare la colpa al mondo, alle donne o agli uomini che “sono tutti uguali”, che “scarseggiano”, che “non capiscono”.

Imparare ad amare sé stessi ed accettare i propri limiti senza paura: basta mentire!

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Basta mentire a sé stessi e agli altri! Bisogna imparare a volersi bene con serietà e senza false sovrastrutture per poter amare ed essere amati. Nessun segreto particolare, quindi. Inoltre: non bisogna disperare e capire che ognuno ha i suoi tempi. Infine, non bisogna buttarsi in chat o in luoghi non sicuri. Sarebbe difficile per chi non ha particolari blocchi superare delusioni e/o brutte sorprese, figuriamoci per chi non ha esperienza. Bisogna uscire dagli stereotipi, dalle false speranze, dalle etichette imposte dalla società E bisogna curare il proprio spirito in primis e il proprio aspetto fisico. Ci non significa necessariamente cambiare la propria forma fisica (ci sarà sempre chi preferisce tutt’altro), bensì apparire curati anche solo per andare a comprare il latte. L’amore arriva quando arriva, ma arriva per tutti!

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