Combattere la calura nei secoli bui | Le bevande rinfrescanti nel Medioevo

Vi siete mai chiesti come facevano i nostri antenati a rinfrescarsi senza condizionatori, ventilatori e soprattutto senza frigoriferi? Attraverso le cronache dei tempi passati, sappiamo che nel Medioevo, nonostante i limiti contingenti, c’era chi si confortava con bevande rinfrescanti…

Già nell’Antica Roma, d’estate, era abitudine mescolare il vino con la neve o con del piombo raffreddato nei fiumi. In alternativa si tenevano le bottiglie in sacchi pieni di ghiaccio. I ricchi patrizi inviavano gli schiavi a prelevare ghiaccio e neve dalle montagne. Poi c’erano dei mercanti che in ogni stagione trasportavano blocchi immensi di ghiaccio dalle Alpi fino a Roma, a Capua e a Napoli.

Come si dissetavano e rinfrescavano i medievali? (Pixabay) – curiosauro.it

Le bevande rinfrescanti nel Medioevo

Durante il Medioevo era raro che si contaminasse il vino con della neve, dato che questo materiale era considerato sporco (non a torto). La neve e il ghiaccio, al tempo, erano sostante mischiate solo all’acqua, che i medievali consideravano una bevanda già di per sé volgare, da poveracci.

Gli Arabi e i saraceni menzionano spesso bevande rinfrescanti. C’era infatti una via detta della neve che attraversava il deserto, proprio per portare l’acqua ghiacciata a Il Cairo o a Baghdad. Nelle novelle de Le mille e una notte incontriamo per questo carovane di cammelli carichi di neve. Nel XIV secolo abbiamo notizie di carovane che trasportavano ghiaccio dai picchi dell’Afghanistan fino a Baghdad per rinfrescare il sultano.

Il cavaliere francese Guido di Lusingano, parlando delle Crociate, ci dice che dopo la disfatta dell’esercito cristiano, il feroce Saladino offriva ai capitani sconfitti del sorbetto di acqua di rose, ovvero ghiaccio con essenza di rose e agrumi.

Un privilegio per pochi

Quali erano le bevande rinfrescanti nel Medioevo? (Pixabay) – curiosauro.it

Anche in Europa, di norma, le bevande rinfrescanti erano un privilegio per i ricchi. E infatti i poveri plebei sognavano acque fresche nelle loro visioni paradisiache. Uno degli attributi classici del paradiso è il fiume di acque fredde. La parola di Cristo è appunto detta “refrigerante“, perché consola e purifica. Anche i medici salernitani dicevano che bere acqua troppo calda faceva male allo stomaco. C’era anche una convinzione che il vino bianco fosse più fresco di quello rosso. Per questo i medievali preferivano i vini chiari a quelli scuri.

Nel Decamerone di Boccaccio (nella novella di Geri Spini), il vino viene posto nel fiume per essere raffreddato. In altre storie medievali, il vino viene addirittura calato nei pozzi e poi prelevato dopo una notte a bagno. In molti castelli e palazzi di signori erano presenti ghiacciaie, ovvero stanze sotterranee adibite alla conservazione di neve o ghiaccio. Anche il papa ne aveva una, ad Avignone.

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