Narcolessia, i sintomi della malattia che ti spinge a dormire tutto il giorno

Narcolessia, il grave disturbo del sonno che spesso viene confuso con altre patologie come l’epilessia

La malattia si presenta già in età pediatrica. I suoi sintomi però si fanno più importanti in età adolescenziale. Proprio in questa fase si notano delle atipicità che mettono in allarme paziente e familiari. Si incomincia così a consultare specialisti, che non sempre riesco a definire repentinamente la diagnosi di narcolessia. Intervenire in tempo, però, può fare la differenza…

Narcolessia, i sintomi della malattia che ti spinge a dormire tutto il giorno- curiosauro.it- 080422
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Ecco quali sono i sintomi a cui fare caso

Non è ancora del tutto nota la causa che scatena la narcolessia. Ci sono però alcuni segnali a cui porre attenzione per permettere di rivolgersi il prima possibile ad uno specialista e intervenire sul problema. Le persone con narcolessia dormono molto soprattutto di giorno. Possono presentare disturbi del sonno come allucinazioni e paralisi del sonno. Possono andare in contro a cataplessia, improvvisa debolezza muscolare. Ovviamente non tutti questi sintomi si verificano insieme, pertanto resta complicato marcare il confine con altre patologie. Bisogna stare attenti ad atteggiamenti che comportano un bisogno di dormire improvviso. Quest’ultimo si può manifestare per pochi giorni, ore o minuti, ma non possono resistere al sonno.

La diagnosi di narcolessia

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Si arriva alla diagnosi di narcolessia attraverso un percorso ben preciso che prevede: una polisonnografia e un test delle latenze multiple del sonno. La polisonnografia viene eseguita di notte in un laboratorio- stanza da letto dal quale è possibile monitorare il riposo del paziente. Vengono applicati elettrodi in testa per monitorare l’attività elettrica del cervello. Nel frattempo viene monitorato il cuore (con ECC) e l’attività dei muscoli con elettromiografia. Il giorno successivo bisogna sottoporsi al test delle latenze multiple del sonno trascorrendo la giornata in laboratorio (stanza buia), con la possibilità di fare alcuni riposini. Così facendo si monitorano le fasi del sonno. Ovviamente, per escludere anomalie come tumori o altro, è possibile sottoporsi a una risonanza magnetica (RMI) o tomografia computerizzata (TC).

Per quanto riguarda la cura, non ne esiste una definitiva. C’è la possibilità di ricorrere a farmaci che inducono i narcolettici a stare svegli. Lo scopo è quello di regolarizzare quanto più possibile il riposo notturno e limitare il numero di pennichelle giornaliere. Nella maggior parte dei casi queste terapie sono molto valide e consentono di vivere una vita normale.

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