Negli ultimi tempi, causa pandemia, si sente molto parlare dei vaccini, ma sai qual è stato il primo vaccino della storia?
Una scoperta del tutto inaspettata, attraverso una metodologia innovativa e per certi versi assurda per il tempo. All’epoca dell’epidemia del vaiolo nel XVIII secolo non si riusciva a debellare l’infezione. La popolazione fu decimata e la piaga epidemiologica sembrava destinata a non sanarsi. Fino a quando l’intuizione femminile riuscì ad ovviare non solo al problema, bensì aprire le porte verso una nuova era fatta di vaccini, sieri per debellare le infezioni di massa.
Lady Mary Wortley Montagu e la soluzione per prevenire il vaiolo
Lady Mary Wortley Montagu fu la moglie dell’ambasciatore britannico Montagu e fu lei ad avvicinarsi alla sensazionale intuizione. Quando il marito Edward Wortley Montagu fu nominato ambasciatore e trasferito a Istanbul ebbe la possibilità di venire a conoscenza di una speciale tecnica contro l’infezione da vaiolo.
Si tratta della variolizzazione. Cos’è questo metodo? Nient’altro che l’inoculazione in pazienti sani – attraverso scarificazione – di croste e materiale infetto da pazienti con vaiolo, ma dai sintomi lievi.
Un metodo che cambiò la storia dei vaccini contro le infezioni
Lady Montagu, una volta venuta a conoscenza in terra straniera di questa straordinaria metodologia, non esitò. Iniziò con il praticare la variolizzazione ai propri figli. Il suo scopo era quello di diffondere questa pratica in tutta la Gran Bretagna. La stessa Lady Montagu si era ammalata due anni prima di vaiolo. Sostenne fortemente l’immunizzazione da vaiolo, attraverso tale pratica. Tanti i personaggi illustri che seguirono questo consiglio. Ci fu solo un inconveniente, una bassissima percentuale, circa un 3 persone su 100 si ammalarono gravemente, dopo essersi sottoposti alla variolizzazione. Solo nel 1762 ci fu un geniale tredicenne, Edward Jenner, che trovò il metodo definitivo contro il vaiolo. Egli estrasse il pus infetto di vaiolo bovino da una contadina e lo inoculò in un ragazzino. Quest’ultimo non aveva mai contratto nessun tipo di vaiolo. Egli ebbe dei sintomi per due giorni, poi nulla più senza mai sviluppare infezione da vaiolo. Fu l’inizio di una lunga ascesa medica in campo vaccinale.
