La forza di gravità: passa il tempo, ma rimane un mistero

Il mondo della scienza è infinito e in pieno movimento. Nel corso degli anni gli scienziati hanno cercato di dare delle risposte attraverso le più disparate teorie. Nonostante ciò, le nuove tecnologie e gli studi sempre più approfonditi portano gli esperti spesso a riformulare le idee. Si tratta di un campo avvolto nel mistero. Così è per la forza di gravità che nel corso del tempo ha visto diverse evoluzioni e teorici. 

La storia della gravità non è recente, affonda le sue radici nel passato. Eppure vige ancora un margine di scetticismo a riguardo da parte di alcuni esperti del settore. Ad ogni modo fu il rinnovamento scientifico in tal senso si ebbe a partire dalla cosiddetta “Rivoluzione Scientifica” che ebbe inizio da Niccolò Copernico per poi proseguire con Galileo Galilei.

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Il primo passo è stato quello di passare – non senza sacrificio di vite umane – dalla Teoria Tolemaica alla Copernicana. Al centro dell’Universo non più la Terra – il nostro Pianeta -, ma il Sole.

Teoria gravitazionale, il famoso tonfo della mela di Newton

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Tra realtà e leggenda, resta sicuro il fatto che Newton abbia avuto un ruolo cruciale nella formulazione della teoria gravitazionale. Infatti si tramanda che Isaac Newton abbia avuto l’illuminazione attraverso il tonfo di una mela, dopo essersi staccata da un albero. Resta il fatto che Newton teorizzò il tutto nell’opera Philosophiae Naturalis Principia Mathematica (1687) con la famosa formula: «L’attrazione gravitazionale tra due corpi è direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse ed inversamente proporzionale al quadrato della distanza spaziale che li divide, tenendo conto della costante gravitazionale G».

Einstein in “soccorso” a Newton per la legge sulla gravità 

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Newton formulò sì la legge di gravità, ma alcune obiezioni – come il concetto di “azione a distanza”– furono prontamente chiarite da Einstein dalla sua “Teoria della relatività generale”. Lo spazio e d il tempo sono stati spiegati da Einstein come due entità elastiche e deformabili a causa della presenza di materia. Ovviamente due diverse materie tra loro tendono a deformarsi se in contatto (pensiamo ad una pallina da tennis lanciata con forza su una rete). In questo caso si tratta però di “materia con materia”. Lo spazio-tempo, invece, deve essere pensato come un altro tipo di entità. Il tempo non è assoluto, bensì relativo. L’unica – secondo lo scienziato – nell’universo ad essere costante è la velocità della luce.

Con la velocità sempre uguale e lo spazio che aumenta, di conseguenza anche il tempo deve aumentare. Ovviamente questa teoria non è sufficiente per spiegare il mondo microscopico della meccanica quantistica. Gli scienziati moderni però sono i nuovi eredi di Einstein e hanno fatto e stanno facendo passi da giganti come Stephen Hawking sino a Carlo Rovelli.

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