CO2 trasformata in acetone | Produrre sostanze chimiche industriali con un ceppo batterico ingegnerizzato

Convertire l’anidride carbonica in acetone e isopropanolo (IPA), si può! I ricercatori della Northwestern University, in collaborazione con LanzaTech, hanno studiato un metodo per sfruttare i batteri al fine di trasformare l’anidride carbonica (quindi rimuoverla dall’atmosfera) e per produrre sostanze chimiche industriali preziose a più livelli. Com’è possibile?

Batteri per riciclare la CO2 (Pixabay) – curiosauro.it

Convertire la CO2 in acetone e isopropanolo

Nello studio pilota condotto dai ricercatori della Northwestern University si rivela un nuovo e convincente metodo per sfruttare la fermentazione del gas e produrre sostanze chimiche sostenibili. Gli scienziati hanno selezionato, ingegnerizzato e ottimizzato un ceppo batterico capace di convertire la CO2 in acetone e isopropanolo (IPA).

L’idea o, meglio, la necessità è quella di cominciare a produrre sostanze chimiche industriali derivate da risorse fossili in modo più sostenibile. Come? Attraverso la fermentazione. I ricercatori della Northwestern hanno appunto sviluppato una procedura di fermentazione carbon-negativa per produrre le sostanze chimiche importanti a livello industriale, come l’acetone e l’isopropanolo. Il tutto partendo da materie prime sostenibili, ovvero gas di scarico, cioè prodotti abbondanti e a basso costo, come emissioni industriali e syngas. Questa tecnologia cattura il carbonio di qualsiasi emissione industriale e rilascia sostanze chimiche ampiamente utilizzate: molecole che fungono da base per migliaia di prodotti, dai combustibili ai solventi, dal vetro acrilico ai tessuti.

Batteri sfruttati come ingegneri chimici

Il progetto della LanzaTech (LanzaTech) – curiosauro.it

La tecnologia (biologia sintetica) carbon-negativa utilizza i microrganismi batterici come degli ingegneri chimici abili nel convertire il carbonio proveniente dai flussi di rifiuti agricoli, industriali e sociali in utilissime sostanze chimiche. Il processo è interpretabile come puro riciclaggio. Già eliminare un tot di CO2 è un bene (tutti sappiamo che i gas serra accelerano il cambiamento climatico), ma nella corsa all’azzeramento delle emissioni nette, il riciclaggio è una tappa fondamentale per organizzare un’economia circolare del carbonio.

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Quindi, questo nuovo processo di fermentazione del gas presenta molti vantaggi. Uno: potrebbe aiutarci a ridurre i gas serra dall’atmosfera. Due: potrebbe emanciparci dall’abuso di combustibili fossili per produrre acetone e IPA. Secondo lo studio, l’applicazione di tali batteri potrebbe ridurre le emissioni di gas serra fino al 160% rispetto ai processi convenzionali. Per raggiungere questi risultati, però, tutti i produttori di tali sostanze dovrebbero convertirsi all’uso di questi batteri.

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Dobbiamo imparare a considerare la biologia sintetica come uno strumento essenziale della ricerca e del processo di decarbonizzazione. Per affrontare e limitare il cambiamento climatico, l’industria dovrà imparare a sfruttare sistemi biologici per produrre combustibili e sostanze chimiche. L’industria chimica può dar vita a una fiorente bioeconomia, tutto sta nello sfruttare le nuove ricerche.

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