Gas rinnovabili: il settore su cui puntare in Europa

I piani per la decarbonizzazione promossi dall’UE comportano la ricerca di una fonte alternativa di energia che possa garantire stabilità e potenza. Per questo si guarda con interesse ai gas rinnovabili. Entro il 2050, biometano e idrogeno potrebbero quindi diventare le materie prime più sfruttate per l’alimentazione energetica continentale.

Reti idrogeno per la transizione energetica (Pixabay) – curiosauro.it

Gas rinnovabili: la sfida europea

Potranno i gas rinnovabili ricoprire almeno in parte il ruolo dominante svolto attualmente dalla fornitura di gas naturale? Questo è il dubbio che preoccupa l’Europa. Per rendere i gas rinnovabili una fonte affidabile dobbiamo essere sicuri che queste materie siano abbondantemente prodotte e facilmente trasportabili. Dunque abbiamo bisogno innanzitutto di una produzione soddisfacente e di poter contare su un’infrastruttura di trasporto funzionale.

L’ACER, ossia l’agenzia europea per Cooperazione dei regolatori dell’energia, crede vi siano ancora molte criticità intorno ai gas rinnovabili. Le nazioni europee non sono aggiornate nei processi di miscelazione di biometano e idrogeno. In più mancano le infrastrutture per immettere in rete i due combustibili.

I Paesi che non trattano idrogeno e biometano

I nuovi contatori per i gas rinnovabili (captured) – curiosauro.it

In pratica, molti gestori dei sistemi di trasmissione non accettano l’immissione di volumi di idrogeno in rete. Il vettore viene accettato soltanto in Austria, Francia, Germania, Spagna e Svezia. Ma solo a concentrazioni molto basse di volume. In particolare, la percentuale più alta è quella tedesca, con un 10%. La Francia accetta il 6%, la Spagna il 5%.

In Italia e in molti altri Paesi dell’Europa i gas rinnovabili sono ancora un tabù. Esistono pochissimi progetti pilota dedicati al trasporto dell’idrogeno. Un altro problema è quello delle apparecchiature di misurazione, che devono essere aggiornate e forse modificate. Anche le turbine a gas devono cambiare. E con esse le stazioni di compressione e alcuni tipi di di stoccaggio.

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In un Paese come il nostro sarà difficilissimo poi lo sviluppo di reti H2 dedicate. Una possibilità è la riproposizione. A oggi simili impianti esistono solo in Belgio, Francia, Germania e Paesi Bassi, ma collegano solamente alcuni siti industriali a impianti power-to-gas.

La guerra in Ucraina e la ricerca di un’alternativa al gas naturale

Per gas rinnovabili intendiamo varie materie: biogas, il biometano, l’idrogeno verde e il metano sintetico. Non tutte queste forme di gas rinnovabile derivano da processi tecnologici attuabili. Sono però materie prodotte da fonti rinnovabili, che possono contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e a decarbonizzare la domanda di gas.

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Con la guerra in Ucraina e il rincaro sul prezzo del gas in Europa  abbiamo bisogno di energia alternativa. Biometano e idrogeno presentano,  almeno teoricamente, i vantaggi tipici del gas naturale, cioè una produzione più stabile rispetto all’energia eolica o solare e la possibilità di essere trasportati e immagazzinati sfruttando le infrastrutture per la distribuzione del gas già esistenti.

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