Trovato in Francia il più remoto insediamento di Homo sapiens in Europa

In Francia i paleontologi hanno scoperto il più antico insediamento di Homo Sapiens mai trovato in Europa. E questa scoperta sposta indietro l’arrivo della specie nel continente di almeno diecimila anni!

Gli archeologi al lavoro nella grotta Mandrin – curiosauro.it

L’insediamento dei Sapiens più antico d’Europa

Il ritrovamento di un dentino da latte in Francia ha spostato indietro di diecimila anni l’arrivo in Europa dell’Homo sapiens. L’Homo sapiens, dunque, arrivò nel territorio dei Neanderthal in Europa molto prima di quanto si pensasse. Lo sappiamo grazie alla nuova scoperta fondamentale. Quella del più antico insediamento di Homo sapiens in Europa. Un sito che risale a circa cinquantaquattromila anni fa.

Lo scavo, di fatto, retrodata l’arrivo dell’uomo moderno nel continente di quasi diecimila anni. I ricercatori hanno scoperto questi resti in Francia, nella valle del Rodano, nella grotta Mandrin. Una forra che sarebbe stata occupata in quattro fasi alterne da Sapiens e Neanderthal. Lo studio, pubblicato su Science Advances, si deve a un team internazionale guidato da Ludovic Slimak del Centro nazionale della ricerca scientifica francese.

Perché è importante questa scoperta? Perché spinge indietro l’arrivo dell’Homo sapiens nell’Europa occidentale e perché conferma le teorie di convivenza fra Neanderthal e Sapiens.

La convivenza fra due tipi di esseri umani

Il dente del piccolo Sapiens – curiosauro.it

I ricercatori possono affermare che Neanderthal e Sapiens si sono alternati nell’abitare la grotta Mandrin. Il sito, studiato per la prima volta nel 1990, presenta infatti strati di resti archeologici risalenti a oltre ottantamila anni fa. Il continuo riempimento di sabbie nella grotta depositata progressivamente da un forte vento di maestrale ha creato una stratificazione che ci fa conoscere da vicino la storia dell’evoluzione dell’uomo.

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Negli ultimi scavi, i ricercatori sono giunti al cosiddetto strato E contenente almeno millecinquecento punte di selce intagliate in modo molto più preciso rispetto alle punte e alle lame che si trovano negli strati superiori e inferiori. Data la precisione con cui sono lavorate queste punte i ricercatori hanno subito capito che non erano oggetti prodotti dai Neanderthal. Le punte erano usate come armi, come cuspidi di frecce.

La conferma della presenza dei Sapiens è arrivata da un dentino. Nella grotta, i ricercatori hanno infatti trovato nove denti, appartenenti a sei individui. Clement Zanolli, paleoantropologo dell’Università di Bordeaux, li ha analizzati utilizzando la microtomografia.

Il dente rivelatore

Uno di questi denti, secondo l’analisi, appartiene all’Homo sapiens. È un dente da latte. Un molare fossile di un bambino. Ed è anche la più antica traccia dei Sapiens mai trovata nell’Europa occidentale.

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Il gruppo di Slimak ha poi sfruttato una tecnica pionieristica, la fuliginocronologia. Con questo metodo ha analizzato gli strati di fuliggine che impregnano le pareti della grotta e le tracce di antichi incendi. In questo modo ha dimostrato che la popolazione di Sapiens ha occupato il territorio del Rodano per circa quarant’anni. Ecco perché possiamo dimostrare che le due popolazioni possono aver convissuto nella grotta o, come minimo, sullo stesso territorio.

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