L’inverno sta per lasciare spazio alla primavera, il polline, i fiori e l’allergia che arriva, ecco qualche accorgimento
La primavera miete le sue vittime allergiche ogni anno. Inesorabilmente la stagione più colorata e viva dell’anno lascia spazio a starnuti e malesseri di stagione provocati dai pollini. Fortunatamente l’uso di mascherine funge da discreta barriera anche per la rinite allergica, ma nulla può “coibentare” completamente contro il nevischio di polline in arrivo. Maledetta primavera! Ma qualche accorgimento può limitare i disagi, vediamo di cosa si tratta…
La nonna ha sempre ragione: acqua e sale per la cogestione nasale
Tra i sintomi dell’allergia si annovera la cogestione nasale che stordisce e costringe all’uso continuo dei fazzoletti. Ma un rimedio della nonna può contrastare questo sintomo. Basta infatti acqua sterilizzata con l’aggiunta di sale bollita e filtrata e utilizzarla per irrigare il naso. Ottimo rimedio è anche quello di limitare l’entrata del polline attraverso porte e finestre (per questo basta tenerle chiuse) e lavare gli abiti indossati per eliminare eventuali residui di polline. La mattina è il momento peggiore per sport e lungo tempo da trascorrere all’aperto perché è maggiore la quantità di polline nell’aria, quindi meglio stare al chiuso.
Tanti sintomi che fanno lacrimare, starnutire e portano bruciore alla gola
I sintomi delle allergie correlate alla stagione primaverile sono molti e cambiano da soggetto a soggetto.
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Tra i più comuni, oltre la cogestione nasale, la lacrimazione degli occhi, fastidio alla gola che “prude o graffia” e asma. Ovviamente in casi gravi, soprattutto col sopraggiungere di quest’ultima, i rimedi sono da ricercarsi in farmaci antistaminici e cortisonici. Ma perché si è allergici? Il nostro corpo, a contatto con il polline, reagisce rilasciando una copiosa quantità di istamina che provoca risposte infiammatorie. Solitamente chi è allergico “in primavera” è un soggetto che lo è generalmente.
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Infatti è ipersensibile non solo a graminacee, betullacee, cupressacee e parietaria, bensì ai peli (soprattutto di cani e gatti) e ha maggiore incidenza di sviluppare attacchi d’asma. Per capire se si è soggetti allergici esistono specifici test: esami del sangue e cutanei, tra cui il conosciuto prick test.
