Chi ha avuto il Covid rischia l’infarto | Studio statunitense

Uno studio americano lancia un allarme: gli operatori sanitari di tutto il mondo dovranno prepararsi ad affrontare un aumento delle malattie cardiovascolari. La pandemia porterà a una nuova emergenza. Perché il Covid-19 aumenta il rischio di infarto.

Coronavirus e infarto (Pixabay) – curiosauro.it

Il Covid-19 può aumentare il rischio di infarto e altre malattie cardiovascolari

Ecco la notizia, che non esageriamo a definire allarmante: nell’anno successivo a un’infezione da SARS-CoV-2 aumenta moltissimo il rischio di subire un infarto o un’altra malattia cardiovascolare. I rischi crescerebbero di oltre il 60%. E ciò vale non soltanto per chi ha avuto una forma severa di Covid-19. Il virus rivela conseguenze gravi anche dopo essersi manifestato in forma lieve. Ecco quanto emerge da uno studio coordinato dalla Washington University di St. Louis e pubblicato su Nature Medicine.

Aritmie, ictus, insufficienza cardiaca e infarti sono le principali complicanze che seguono a un’infezione da Covid-19. Secondo la ricerca, il rischio maggiore si rivela un anno dopo l’infezione. E l’evento più frequente è l’infarto.

La pandemia infinita

Malattie cardiovascolari collegate al Long Covid (Pixabay) – curiosauro.it

Speriamo di essere vicini alla fine della pandemia, ma anche se riusciremo a proteggerci dalle infezioni, non chiuderemo presto i conti con il Covid. Il virus, infatti, ci espone a dei gravi rischi. Secondo i ricercatori dell’Università di St. Louis parliamo di un rischio concreto di sviluppare complicanze cardiovascolari entro il primo mese e fino a un anno dopo l’infezione. Cosa rischiamo? Infarti, aritmie cardiache, coaguli di sangue, ictus, malattie coronariche.

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Il problema non riguarda soltanto le persone fragili o i soggetti a rischio. Secondo le stime americane, anche persone che in precedenza non avevano alcun problema del genere sono incorse in patologie cardiologiche. Queste angoscianti previsioni sono relative ai risultati di uno studio condotto su oltre undici milioni di persone. E il senso è chiaro, inequivocabile: i guariti da Covid-19 avrebbero un rischio aumentato per venti diverse malattie cardiache e vascolari.

Long Covid e sviluppo di malattie cardiovascolari o sistemiche

A oggi quasi quattrocento milioni di persone in tutto il pianeta sono state infettate dal virus. E secondo lo studio almeno quindici milioni di casi di malattie cardiovascolari sarebbero collegabili all’infezione. Nello specifico, le persone che hanno contratto il Covid-19 hanno il 72% in più di probabilità di soffrire di malattia coronarica. Il 63% in più di avere un infarto. Il 52% in più può avere un ictus.

Dunque il Covid-19 non è solo una malattia respiratoria. Dobbiamo definirla come una malattia sistemica. Stando all’ultima conferenza annuale dell’American Stroke Association, nei tre giorni successivi alla diagnosi dell’infezione, il rischio di ictus ischemico si alza di dieci volte per poi scendere gradualmente nei giorni successivi.

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Le complicanze più comuni legate all’infezione sono quelle renali, riguardanti quasi un paziente su 4, il 24% del campione. Poi ci sono i problemi respiratori, che toccano circa un paziente su cinque, ovvero il 18% del campione. Un paziente su sei presenta complicanze sistemiche.

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