Quando Mozart rischiò di essere scomunicato a causa di un Miserere

Wolfgang Amadeus Mozart è forse il compositore classico più popolare della storia. Un genio, secondo molti ascoltatori. Di certo fu un talento puro. Già in vita fu riconosciuto come un maestro eccellente. Poi, dopo la sua morte, iniziò il vero e proprio mito. Ancora oggi l’austriaco è venerato da milioni di amanti della musica come il compositore più grande della storia. Già da giovanissimo, Mozart si dimostrò abile nel creare melodie originali e nel riprodurre brani dopo un solo ascolto. Celebre è il caso del Miserere di Gregorio Allegri.

Johannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart, uno fra i massimi geni della musica e tra i compositori più prolifici della storia – curiosauro.it

Mozart e il Miserere di Allegri

Possiamo considerare Mozart un vero e proprio fenomeno di costume. Tutti lo conoscono, anche chi non ama la musica classica. La sua fama si deve anche al film Amadeus, di Milos Forman (1985). Salisburgo, la sua città natale, è diventata meta di un turismo “musicale”, tutto dedicato al genio austriaco. Sappiamo molte cose sulla sua biografia. Per esempio che già da bambino, Amadeus si dimostrò un ottimo pianista. A cinque anni rivelava di possedere un orecchio assoluto. Questa sua abilità nel riprodurre un brano dopo solo un ascolto divenne celeberrima. E gli causò anche dei problemi, specie con il Vaticano. Infatti, Mozart riuscì a trascrivere il famoso brano segreto Miserere di Allegri dopo solo il primo ascolto.

Il brano, una composizione a nove voci, fu creato nel 1638 da Gregorio Allegri, allora cantante del coro della Cappella Sistina. Questo brano piacque moltissimo e divenne una sorta di feticcio per la Chiesa (da eseguire a candele spente). A un certo punto il papa proibì a chiunque di trascriverne la partitura, pena la scomunica. Per quale motivo? Pensiamo che in Vaticano si volesse preservare il senso di mistero che aveva reso immortale quel brano. Per oltre cento anni il Cattolicesimo riuscì a mantenere segreta l’opera. Ma poi arrivò Mozart. Il talento austriaco quattordicenne riuscì infatti a trascriverla tramite il solo ricordo della melodia.

Un bimbo prodigio

Il Miserere è un’opera a cappella di Gregorio Allegri basata sul salmo 50 della Bibbia, composta intorno al 1630 – curiosauro.it

Leopold, il padre di Wolfgang Amadeus Mozart, era un compositore di successo, un violinista e un assistente maestro di concerti alla corte di Salisburgo. Riconoscendo il talento del figlio, Leopold dedicò gran parte del suo tempo all’educazione musicale del piccolo Wolfgang. Il giovane Mozart mostrò infatti da subito chiari segni di eccellenza. Pare che già a cinque anni fosse in grado di comporre brani con clavicembalo e violino. A sei anni era un virtuoso del piano. Se la cavava anche con l’organo e la viola.

POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>>Tutti hanno un mental coach! L’importanza della nuova professione

Dotato di una memoria prodigiosa, il piccolo Mozart mostrava la capacità di riconoscere l’altezza dei suoni: possedeva il cosiddetto orecchio assoluto. Leopold descrisse appunto suo figlio come “il miracolo che Dio ha fatto nascere a Salisburgo”.

Nel 1770, Mozart e suo padre si recarono al Vaticano per Pasqua. E lì il giovane prodigio ascoltò l’allora segreto Miserere di Gregorio Allegri. Dopo essere rientrato in albergo, Wolfgang artista trascrisse l’intero brano a memoria. Per confrontare la propria partitura con la versione cantata, tornò a San Pietro per riascoltare l’opera. Fece soltanto un paio di correzioni: aveva svelato il segreto del Miserere. Se i vescovi lo avessero scoperto, il compositore avrebbero potuto scomunicarlo.

POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> Comporre musica con l’aiuto dell’AI: si può!

Qualche tempo dopo, durante uno dei suoi viaggi, Mozart incontrò lo storico britannico Charles Burney. Costui comprò la partitura del canto segreto dal compositore e poi la pubblicò. L’edizione di Burney, tuttavia, non includeva la particolare ornamentazione rinascimentale tramandata da interprete a interprete nella Cappella Sistina, ciò che rendeva il brano tanto amato. Appena la partitura divenne di dominio pubblico, Mozart fu convocato a Roma. A sorpresa non fu scomunicato: il papa gli fece i complimenti e revocò il divieto di replica del pezzo.

Impostazioni privacy