La vita fuori dal pianeta Terra: oggi è possibile | Ecco cos’è TRAPPIST-1

Da qualche anno gli astrofisici studiano con entusiasmo le caratteristiche dei sette pianeti che orbitano nel sistema TRAPPIST-1. Di fatti, questa stella, che si trova a “soli” quarant’anni luce da noi, raccoglie attorno a sé degli esopianeti dalla densità media simile a quella terrestre. Ecco perché ci interessa tanto TRAPPIST-1. Un sistema che potrebbe ospitare in futuro la popolazione mondiale.

TRAPPIST-1, in un’illustrazione creata dalla NASA/JPL in collaborazione con la Caltech (NASA) – curiosauro.it

TRAPPIST-1: un nuovo Sole?

Il sistema planetario della nana rossa ultrafredda TRAPPIST-1 è un affascinante mistero ricco di possibilità. Gli esopianeti che gravitano intorno alla stella potrebbero infatti rivelare riserve d’acqua liquida in superficie e, con qualche probabilità, anche un’atmosfera. Per adesso, i dati più incoraggiati riguardano le densità medie di questi pianeti rocciosi, che sembrano simili alla densità che caratterizza la Terra.

Ebbene, TRAPPIST-1, nota anche come 2MASS J23062928-0502285, è una stella nana rossa ultrafredda di classe spettrale M8, osservabile nella costellazione dell’Aquario. Intorno al 2016, grazie al lavoro dell’astronomo belga Michaël Gillon, abbiamo scoperto che nel suo sistema ci sono sette esopianeti di dimensioni simili alla Terra. Luoghi potenzialmente abitabili.

Non abbiamo troppe notizie su questi pianeti ma soltanto suggestioni. I pochi dati raccolti arrivano da osservazioni abbastanza sfocate del telescopio spaziale Spitzer e del telescopio TRAPPIST dell’Osservatorio Europeo Australe. Secondo alcuni ricercatori, però, almeno teoricamente, i pianeti del sistema potrebbero già ospitare la vita… Di che tipo di vita stiamo parlando?

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Secondo recenti ricerche, in alcuni di questi pianeti potrebbero esistere forme di vita organica. Sotto forma di esseri che dovrebbero aver sviluppato la capacità di vedere nell’infrarosso, dato che la luce della stella madre arriva soprattutto in quella frequenza. Le nane rosse ultrafredde, infatti, non offrono una luminosità costante. In più esplodono sovente in potenti brillamenti. Secondo questi dati, i trappistiani, probabilmente, dovrebbero vivere sottoterra, per non essere insidiati da questi violenti sfoghi radioattivi.

Abitabilità dei pianeti del sistema TRAPPIST-1

i sette esopianeti del sistema TRAPPIST-1 – curiosauro.it

Le prime stime del Planetary Habitability Laboratory dell’Università di Porto Rico ad Arecibo, indicano per TRAPPIST-1 d (il quarto esopianeta del sistema) un indice di similarità terrestre pari a 0,90: il più alto tra i pianeti extrasolari scoperti finora. Tuttavia, la temperatura di equilibrio del pianeta non tiene conto dell’effetto serra prodotto da un’eventuale atmosfera. In generale dovrebbe far freddo. La media delle temperature sarebbe di -9 °C.

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I pianeti b e c potrebbero invece aver sviluppato un effetto serra incontrollato, come si stima sia avvenuto nel nostro Sistema Solare per Venere, che, nonostante abbia una temperatura di equilibrio simile a quella terrestre, rivela un calore superficiale di oltre 400° C, a causa della densa atmosfera che non permette ai raggi provenienti dal Sole di disperdersi nello Spazio.

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I pianeti e, f e g sembrano quelli più promettenti per installare una colonia umana. Secondo uno studio del 2010, firmato dall’italiano Antonio Vecchio, potremmo anche piantarvi e poi coltivare certi vegetali. Cosa più importante: TRAPPIST e, f e g potrebbero ospitare oceani di acqua allo stato liquido. Dunque è in uno di questi pianeti che si svolgerà il nostro avvenire? Per ora non è possibile sbilanciarsi con risposte credibili, ma si possono soltanto muovere ipotesi nella forma di studi teorici.

Il telescopio spaziale Spitzer in una rappresentazione grafica della NASA (NASA) – curiosauro.it
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