Tomba del XIV secolo passata ai raggi X | Nascondeva dei segreti inimmaginabili

Uno dei personaggi più amati dagli appassionati della storia medievale inglese è il misterioso Edoardo di Woodstock, principe di Galles, conosciuto anche come Principe Nero… Ora la sua affascinate tomba è stata passata ai raggi X e ha rivelato dei segreti inimmaginabili.

Edoardo fu l’erede riconosciuto al trono d’Inghilterra ma non divenne mai re. Era figlio primogenito del re d’Inghilterra Edoardo III, ma morì un anno prima del genitore… Condusse una vita viziosa e violenta. Fu un ottimo cavaliere ma anche un pessimo giocatore d’azzardo. In guerra portò gli inglesi a vincere molte battaglie durante la Guerra dei Cent’anni ma si macchiò anche di terribili crimini: stragi, tradimenti, violenze e rapine. Adesso qualcuno ha analizzato la sua tomba monumentale in rame e pietra (lavorata con inserti color oro: un oro che ovviamente non è oro). Il sepolcro si trova nella Cattedrale di Canterbury.

Tomba raggi x
Tomba passata ai raggi X – curiosauro.it

Alcuni ricercatori hanno pubblicato un articolo sul The Burlington Magazine (una piccola rivista accademica mensile dedicata al mondo delle belle arti) a proposito di questa tomba e degli studi compiuti intorno alla figura di Edoardo di Woodstock. L’opera funebre (un gisant) è sempre stata considerata un capolavoro dell’arte tardo-gotica, eppure non se ne conoscono la datazione precisa, il metodo di lavorazione e l’artista responsabile.

Lo studio sulla tomba di Edoardo il Principe Nero

Ecco perché un gruppo di ricercatori del The Courtauld Institute of Art ha analizzato il monumento funebre ai raggi X. Grazie a delle nuove tecniche di image editing, gli archeologici hanno cercato di carpire tutti i segreti della scultura in “similoro” che caratterizza la grande tomba, dai particolari della cotta di maglia dell’armatura al color oro che fa risplendere la figura, nel complesso, assai realistica.

Esposta per i visitatori della Cattedrale di Canterbury, la tomba non era mai stata studiata con metodi scientifici. Nessuno archeologo aveva mai scoperto la data precisa della sua realizzazione. Oggi invece sappiamo che è nate per ordine del re Riccardo II (figlio del Principe nero) nel 1380.

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Fino a ieri storici e critici dell’arte pensavano che la tomba fosse stata fabbricata subito dopo il decesso di Edoardo di Woodstock (avvenuto nel 1376), a opera di suo padre. Ma non è così. È passato del tempo dalla fine del principe all’inaugurazione del monumento funebre, ed è stato il figlio del defunto, ovvero Riccardo II, a preoccuparsi della realizzazione della magnifica opera…

Tante le scoperte dei ricercatori. Prima fra tutte: il committente della tomba sarebbe stato il nuovo re, non ci sono più dubbi. In pratica, il nuovo monarca volle realizzare il monumento funebre del Principe Nero insieme a quello di Edoardo III (conservato nell’Abbazia di Westminster). Tutto ciò per promuovere il “carattere duraturo e immutabile della corona”, come affermato da Jessica Barker, coautrice dello studio.

Chi ha prodotto la tomba in similoro?

Tomba raggi x
La statua del Principe Nero – curiosauro.it

Dunque, Riccardo II avrebbe voluto ricordare in questo modo suo padre e suo nonno, associandoli in un unico concetto simbolico, come due eroi, due “uomini d’oro”. Ma, ovviamente, il materiale utilizzato per il sepolcro non è vero oro… Non ne conosciamo nemmeno con sicurezza l’autore. Secondo alcuni potrebbe essere lo stesso anonimo artista che eseguì il monumento funebre del vecchio re Edoardo III.

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Dall’analisi sono poi emerse indicazioni più precise in merito alla realizzazione. Il realismo formale sarebbe tutto merito di un armaiolo, che collaborò per rendere le armi e l’armatura del monumento più dettagliate e credibili. Sembra infatti che l’artigiano abbia riprodotto l’armatura del nobile “assoluta fedeltà“, studiando per bene l’originale. Tutti i dettagli sono in rame trattato.

Con quella armatura il Principe Nero andava in battaglia e commettere le sue allegre stragi! E un’armatura simile contraddistingue il personaggio come rappresentazione nel suo ultimo ritratto scultoreo.

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