Secondo Michael Zemcov, astrofisico del Rochester Institute of Technology, si potrebbe presto costruire un telescopio spaziale di piccole dimensioni da fissare in un punto parecchio lontano dalla Terra: l’obiettivo è quello di porlo sull’orbita di Saturno. Possibile?
Si può davvero istallare un telescopio spaziale nell’orbita di Saturno? I vantaggi di una simile iniziativa, secondo il professor Zemcov, sarebbero innumerevoli… Ma che tipo di telescopio potrebbe mai essere lanciato a più di un miliardo e mezzo di chilometri di distanza? Un telescopio abbastanza piccolo, risponde l’astrofisico.
Il telescopio nell’orbita di Saturno
Zemcov ha esposto i suoi ragionamenti in un dettagliato articolo pubblicato su The Conversation. Egli sta pensando a un telescopio di una decina di chili, piccolo piccolo, da lanciare fino a lambire l’orbita di Saturno. Impossibile? Non del tutto. A oggi, la NASA e le altre agenzie spaziali internazionali hanno già lanciato decine di sonde anche più lontano, quasi ai confini del Sistema Solare.
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E perciò il progetto di Zemcov potrebbe essere presto realizzato. Conta però il peso del telescopio in questione. E così l’astrofisico ha pensato già a una struttura opportuna. Nello specifico, ha descritto una lente grande quanto una piccola lastra di massimo tre metri e con un peso di neanche dieci chili. Con questo strumento, a suo giudizio, si potrebbe giungere fino a Saturno. Volendo, anche più lontano.
A cosa servirebbe il nuovo telescopio?
Questo piccolo telescopio sarebbe utile per analizzare la struttura del Sistema Solare da una prospettiva inedita. Trovandosi così lontano dal Sole, non sarebbe disturbato dalla luce molesta della nostra stella, che rende impossibili molte osservazioni particolari.
Guardando da una certa distanza verso il Sole, il telescopio di Zemcov potrebbero inoltre collezionare informazioni utilissime riguardo l’alone di polveri e materiali che orbita intorno alla nostra grande stella. Il Sole, infatti, è circondato da un disco nebuloso di cui, a oggi, non sappiamo quasi niente. E i nostri studi sono proprio impediti dalla forza continua della luce solare, che ci vieta ogni analisi diretta.
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I fisici e gli astronomi sanno bene che la luce del Sole viene riflessa e filtrata da questo disco di polvere. Ogni raggio solare che giunge sulla Terra passa attraverso quel sudario di polvere e detriti vari. Ma com’è fatta la luce pura? Nessuno può saperlo, se non a livello di pura astrazione, perché nessuno è stato in grado fino a oggi di superare la foschia e analizzare direttamente la lunghezza d’onda dei raggi, che varia tra 400-700 nm.
Con un telescopio posizionato al di fuori di questa nube e lontano dal bagliore intenso dalla luce del Sole, i ricercatori potrebbero ottenere una prospettiva davvero preziosa sulla radiazione solare e scoprire tante cose nuove sugli ultravioletti invisibili e sugli infrarossi.
Le possibilità mai studiate
Secondo Zemcov, potremmo anche studiare le modalità con le quali la materia si è andata condensando durante le prime fasi di vita dell’Universo. Potremmo, in linea teorica, pure capire come si sono formate le prime stelle. In più, saremmo in grado di misurare la luce proveniente dalle galassie. E tante, tante altre cose…
Per far tutto ciò, comunque, dobbiamo allontanarci il più possibile dalla Terra. E Saturno pare un buon punto d’appoggio. Il gigante gassoso nasconde, fra l’altro, molti misteri su cui l’astrofisica ha bisogno di indagare. Primo fra tutti: la genesi del suo famoso sistema di anelli planetari, composti da milioni di piccoli oggetti ghiacciati.
Saturno orbita attorno al Sole a una distanza media di 1,427×109 km. Quindi alla sua distanza la luce del Sole appare cento volte meno intensa della luce sulla Terra.