Missione misteriosa nell’Area 51 | L’Fbi sequestra le fotocamere di un blogger

La casa di Joerg Arnu è stata perquisita senza preavviso dall’Fbi, che ha sequestrato attrezzature per migliaia di dollari: cosa aveva scoperto il blogger?

Ha dell’assurdo la storia di questo 60enne, sviluppatore di software; una mattina di Novembre l’Fbi ha fatto irruzione nella sua casa a Rachel, un piccolo villaggio del Nevada (Stati Uniti), urlandogli di mettere “le mani contro il muro” con una pistola puntata contro.

Area 51
Joerg Arnu è stato preso di mira dall’Fbi per le sue ricerche sull’Area 51 (curiosauro.it)

Il villaggio è molto vicino alla famosa Area 51, la base militare segreta dove si dice vadano avanti esperimenti su forme di vita aliene. Il fatto di cronaca è stato raccontato dallo stesso protagonista a una testata locale, ‘Gizmondo’. Al momento dell’irruzione, gli agenti di polizia e dell’Fbi hanno prelevato Joerg, caricandolo sul retro di uno dei loro van, ancora in pigiama. Stando a quanto raccontato da Arnu, gli agenti hanno completamente distrutto la casa, telai delle porte compresi.

Nello stesso momento, a Las Vegas, un secondo gruppo di militari fa irruzione nell’appartamento di Lidia Arrow -la fidanzata di Joerg Arnu- trascinandola con loro addirittura in mutande. Il motivo dell’invasione dell’Fbi appare semplice ed estremamente complesso allo stesso tempo. Joerg Arnu è il gestore di ‘Dreamland Resort’, un blog sull’Area 51, dove l’informatico pubblica regolarmente notizie e congetture sulla base militare, da tempo sotto l’attenzione di chi crede che gli ufo abbiano effettuato con contatto con la Terra già decine di anni fa.

Tra i teorici, l’Area 51 è il più grande mistero sugli ufo, ma Arnu non è uno di loro, anzi. Secondo l’uomo quella degli alieni è tutta una messa in scena per sviare l’attenzione del pubblico da cose decisamente più umane: delle operazioni governative segrete e clandestine. “Ho perso tutti i backup. Ho perso letteralmente tutte le informazioni che avevo salvato sui miei computer, comprese informazioni fiscali, informazioni finanziarie, cartelle cliniche: tutto questo è sparito ed è praticamente tenuto in ostaggio dall’Fbi in questo momento”, ha raccontato Arnu.

Il vero motivo dell’attacco

Per questo crede di averci preso in pieno, con la sua idea. Altrimenti, perché l’Fbi si sarebbe preoccupata di cancellare tutte le informazioni a sua disposizione? Arnu crede che la perquisizione “sia stata eseguita con una forza del tutto inutile da agenti governativi troppo zelanti, fosse intesa come un messaggio per mettere a tacere la comunità di ricerca dell’Area 51″.

Joerg Arnu
Arnu gestisce un blog sull’Area 51 (curiosauro.it)

Alla base di tutto, però, ci sarebbe una semplice foto. “Il tuo ragazzo ha scattato foto di un’installazione militare, è contro la legge”, hanno detto gli agenti a Lidia Hellow. Secondo la legge statunitense, scattare una foto non autorizzata di una base militare è un reato federale che può costare fino ad un anno di carcere. Le forze dell’ordine hanno giustificato così la perquisizione, ma Arnu sostiene che le foto siano state ottenute legalmente. “Non sono state scattate da me, le ho solo pubblicate sul sito. Non sono state scattate dall’interno del confine”.

Secondo un ex agente dell’Fbi, il caso di Arnu è preoccupante: “Non è insolito per l’Fbi condurre un’operazione come questa per ‘inviare un messaggio’ e intimidire qualcuno. Il sequestro dell’attrezzatura informatica solleva preoccupazioni perché il motivo potrebbe essere stato quello di impedirgli di esercitare i suoi diritti del Primo Emendamento”.

Intanto Arnu ha aperto una pagina su GoFundMe, per raccogliere i fondi necessari a riparare i danni fatti dal Governo, dalla casa all’apparecchiatura sequestrata. “Sono stato trattato come uno spacciatore o un criminale incallito. Sono stato malmenato. Sono un uomo di sessant’anni. Non c’era motivo di sbattermi contro il muro e trascinarmi fuori da casa mia in manette… Semplicemente non vedo alcun motivo per trattare in quel modo un anziano disarmato“.

Articolo di Federica Pollara

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