Femminicidio: un’emergenza che ancora non riusciamo a gestire e intanto le donne continuano a morire!

In Italia il femminicidio è un’emergenza che ancora non si sta affrontando in maniera definitiva. Manca la certezza della pena, mancano delle strutture che possano proteggere davvero chi ne hanno bisogno. E intanto, finché si aspettano delle leggi più chiare, le donne continuano a morire.

Sono più di cento quelle che sono state uccise nel nostro paese dall’inizio del 2022 e il numero non è destinato a diminuire. Ma cosa si può fare per prevenire questo fenomeno del femminicidio?

Femminicidio
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Una parola, femminicidio, che sa di sangue, di coltelli, di pestaggi reiterati nei mesi, negli anni. Mariti, compagni, ex, che violentano, sporcano, imbrattano una vita che credono appartenga a loro. Un fenomeno dilagante, che fa paura, ma che va fermato il prima possibile.

Femminicidio, il male di questi anni

Nei primi mesi di quest’anno sono state uccise ben 104 donne, 71 di queste in ambito familiare e affettivo. L’elemento che fa rabbrividire è che in gran parte dei casi (42 su 71) la loro vita non è stata stroncata da sconosciuti ma per mano del compagno o ex.

Stop al femminicidio
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I dati vengono forniti dall’ultimo report del servizio analisi criminale, presso la Direzione centrale della Polizia criminale, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma. Ma come si può fermare un fenomeno del genere? A chi ci si può rivolgere in caso di bisogno? Il femminicidio, infatti, sta dilagando sempre di più nel nostro paese ed è il prodotto marcio di qualcosa che non è andato come doveva andare, di un clima culturale diffuso, di una politica che di volta in volta trova una scusa per non accendere seriamente i riflettori.

Spesso è complicato chiedere aiuto, perché molte donne si sentono in colpa, pensano di meritarsi di essere maltrattate fisicamente e psicologicamente dagli uomini. Ma così non è: perché loro sono le vittime e non le carnefici e vanno aiutate e supportate. Si chiama femminicidio quello che potrebbero subire, e si combatte di diventare cadavere. Si combatte con l’educazione contro gli stereotipi di genere, con progetti nelle scuole e con leggi adeguate.

A chi ci si può rivolgere per chiedere aiuto?

Di seguito vi elencheremo i numeri e i luoghi a cui potete rivolgervi nel caso siate vittime di uomini violenti. Se non è il vostro caso ma conoscete qualche donna in questa situazione, non esitate a condividere questa lista con lei.

  1. 112, chiamatelo anche se state fuggendo con i vostri figli (evitate così una denuncia per sottrazione di minori).
  2. Numero antiviolenza e anti stalking 1522, attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile. Ha un’accoglienza disponibile in italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo.
  3. App 1522, disponibile su IOS e Android, consente alle donne di chattare con le operatrici.
  4. App YouPol realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, ora estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche.
  5. Pronto soccorso, soprattutto se hai bisogno di cure mediche immediate e non procrastinabili.
  6. Un consultorio, un centro antiviolenza, una farmacia.
  7. Telefono Verde 800 861061 se si è vittima di violenza sessuale (dal lunedì al venerdì, dalle ore 13.00 alle ore 18.00)
  8. Servizio Salute e Tutela della Donna per la presa in carico delle donne più fragili o bisognose di assistenza sanitaria e psicologica. Attivo al Poliambulatorio dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà (INMP).
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