Le zanzare sono attratte dall’odore che emaniamo. Più quest’odore è forte e più sono invogliate a pungerci. Questa è la risposta che viene comunemente data per spiegare come mai questi insetti preferiscano una vittima piuttosto che un’altra. Ma ora sappiamo anche come fanno a individuarci e che ci troveranno anche se sudiamo poco.
Che cosa attira le zanzare? Quale meccanismo biologico o neurologico le spinge ad attaccarci per nutrirsi del nostro sangue? Un team di ricercatori della Princeton ha provato a offrire una risposta a queste domande realizzando un esperimento.
Le zanzare ci troveranno sempre per attaccarci, lo svela una ricerca americana
Il team della Princeton University ha progettato alcune zanzare geneticamente modificate e ha sottoposto dei volontari a un esperimento per comprendere in che modo gli insetti vanno all’attacco. I poveri volontari dovevano offrirsi nudi agli insetti, ed era stato loro richiesto di non farsi la doccia per quattro o cinque giorni almeno. Perché le zanzare interessano così tanto alla scienza? Perché sono fastidiose, e perché sono vettori di molte malattie pericolose. Dalla malaria al virus Zika. Studiare il loro comportamento e capire come e perché ci troveranno e ci morderanno è dunque l’unico modo che abbiamo per fermarle. Ogni anno, più di un milione di persone muoiono a causa di una malattia veicolata da una zanzara. Proprio per questo è fondamentale capire bene quali meccanismi portino questi insetti ad attaccarci.
I risultati della ricerca sperimentale sono stati recentemente pubblicati su Nature. Il gruppo di studiosi guidato da Zhilei Zhao ha usato alcuni esemplari di Aedes aegypti (la zanzara della febbre gialla) e li ha modificati per poterli analizzare. I ricercatori hanno infatti reso il cervello degli insetti luminescente: in caso di attività, l’encefalo delle zanzare si illuminava, permettendo così al team di ottenerne un’immagine ad alta risoluzione dell’attività cerebrale. Gli animali sono stati poi sottoposti a una serie di odori, di origine animale e umana.
L’esperimento
Come anticipato, i ricercatori hanno chiesto ai volontari umani di non lavarsi per qualche giorno. Poi li hanno fatti sdraiare nudi in un sacco di teflon. Dovevano essere nudi per non mischiare il proprio odore a quello delle fibre tessili. In seguito, i ricercatori hanno campionato l’odore umano e l’hanno proposto alle zanzare, insieme ad altre fragranze ottenute da vari animali (topi, quaglie, porcellini d’india, cani e pecore). Messe di fronte alla scelta, le zanzare hanno preferito sempre l’odore dell’uomo.
E durante questa scelta gli scienziati hanno studiato cosa succedeva nel cervello degli insetti. Nei circa sessanta glomeruli (ossia i centri nervosi presenti nel cervello delle zanzare), succedeva qualcosa. Ma solo due glomeruli parevano coinvolti nell’individuazione e nel riconoscimento dell’odore umano.
Secondo i ricercatori questi due glomeruli sono deputati alla ricerca di due sostanze chimiche a base di carbonio, il decanale e l’undecanale. Ed entrambe queste sostanze non sono presenti nel nostro sudore. Quindi non è vero che chi suda di più attira più zanzare. Il decanale e l’undecanale derivano da alcuni lipidi della pelle che sono esclusivi di noi umani. In pratica, è l’odore del nostro grasso ad attirare gli insetti. Che ci troveranno riconoscendolo anche nelle persone magre. Sapendo questa cosa possiamo sintetizzare nuovi repellenti più mirati. Sperando di poterci difendere come si deve da questi fastidiosi nemici.