I film non sono tutti uguali, ci emozionano in modo diverso, non tutte le pellicole soddisfano, ma ci piace andare al cinema. Una vera e propria magia quella che ci avvolge durante la visione di un film, al di là se li amiamo o no, ma perché?
Perché amiamo il cinema? Ti è mai capitato di sentirti bene o triste dopo un film, eppure apprezzare quel momento? Essere insomma riconoscente del fatto che quella visione abbia apportato una sorta di catarsi dentro? Ebbene tutto questo lo spiega la scienza, ci sarebbero infatti dei fattori in ballo che spiegherebbero perché tale situazione si verifica…
Ad entrare in gioco vari fattori
Una spiegazione dalle neuroscienze ci sarebbe. Proviene da una coppia di luminari del settore. Stiamo parlando di Michele Guerra e Vittorio Gallese, quest’ultimo nel team degli esperti che hanno individuato i neuroni specchio (tanto innovativi quanto contestati). La coppia di ricercatori italiani hanno posto al centro dello studio il cinema e la sua influenza sul cervello umano. I neuroni specchio, guardando un film, è come se si attivassero. Questo ci fa comprendere le emozioni degli altri, ci fa calare negli altrui vestiti.
Cinema, i trucchi del mestiere
Quando guardiamo un film sembra che ci immedesimiamo talmente tanto da entrare completamente nel ruolo. Non si tratta più di copioni recitati, ma di realtà che entrano nella nostra anima e ci penetrano tanto da farci emozionare o provare i più disparati sentimenti. Attraverso degli elettrodi che hanno valutato l’attività celebrare di alcuni spettatori intenti a guardare un film, i ricercatori hanno scoperto che il modo di reagire cambia in base ai movimenti della telecamera. Quando si utilizza la tecnica dello steadicam, supporto per indossare la telecamera, gli spettatori hanno reagito come se le scene girate in realtà fossero vita autentica. Il potere di immedesimazione è più forte perché le scene sono autentiche, corpi reali in movimento. Ovviamente anche le altre tecniche, integrate a questa sapientemente, possono dare realtà alle scene e creare forte empatia negli spettatori.
