Scoperto un tempio che raffigurava l’intero universo: come fu possibile

Uno straordinario tempio Khmer del XIII secolo affascina ancora oggi turisti e studiosi in quanto preziosa e misteriosa rappresentazione dell’intero universo. Si tratta di uno dei siti archeologici più affascinanti di tutta la cultura buddista del Sud-Est asiatico. Ci troviamo ad Angkor in Cambogia.

Edificato all’inizio del XIII secolo, il Bayon nacque come tempio di Stato per volere del grande re Jayavarman VII. Ecco perché il Bayon si trova al centro della Capitale dell’antico impero Khmer: Angkor Thom. L’edificio contiene rappresentazioni in pietra di numerose divinità e affascinanti torri che sembrano indicare qualcosa nel cielo.

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I misteri di Bayon (wikipedia) – www.curiosauro.it

I misteri del tempio che raffigurava l’intero universo

La moltitudine di volti di pietra dall’apparenza serena e sorridente che troviamo in questo tempio è uno dei simboli più amati e rispettati dai fedeli buddisti. Le tante torri che sporgono dalla terrazza superiore e si raggruppano attorno a una vetta centrale nutrono invece la fantasia di studiosi e appassionati di misteri… Che cosa indicano? Perché sono state disposte in quell’ordine? Molte delle facce scolpite nella pietra rappresentano il bodhisattva Mahayan Avlokiteswara, ma per secoli i cambogiani le hanno adorate come rappresentazioni di Brahma, il dio creatore della religione indù. Spesso vengono fraintese come il dio creatore indù Brahma. Per gli storici dell’arte il misterioso tempio è un capolavoro del barocco cambogiano, il cosiddetto stile classico di Angkor Wat. Per gli appassionati di mistero, invece, questo complesso edificio è una rappresentazione simbolica dell’intero universo.

I volti scolpiti dovrebbero in questo senso corrispondere a grandi pianeti e costellazioni, mentre le torri dovrebbero indicare punti di congiunzioni astrali, dalla prospettiva terrestre. Anche dal punto di vista devozionale il tempio di Bayon è un luogo misterioso. Nasce come tempio buddista ma contiene opere e riferimenti a tantissime divinità minori e locali di origine extra-buddista.

La terrazza come punto di osservazione stellare

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Bayon, il tempio in Cambogia che punta al cielo (wikipedia) – www.curiosauro.it

Non abbiamo prove archeologiche o scientifiche dimostranti che la terrazza superiore del tempio fosse un punto di osservazione celeste, ma è indubbiamente un collegamento fra questo monumento e l’universo.

La somiglianza dei duecento e più volti giganteschi presenti sulle torri del tempio con altre statue presenti all’interno della costruzione ha spinto qualche studioso a pensare che tutte queste rappresentazioni siano ritratti di Jayavarman VII. Altri storici sono convinti che i volti appartengano invece a un bodhisattva (il bodhisattva della compassione Avalokitesvara). I locali, al contrario, continuano a credere che quei visi appartengano alle immagini celesti di Brahma, creatore del cosmo, e che quindi rappresentino l’intero universo.

Moltissimi studiosi sono ancora attratti dall’affascinante gioco di rispecchiamento che l’architettura di questo luogo suggerisce. C’è un’evidente dinamica di riferimenti fra microcosmo e macrocosmo, interiore ed esteriore, cielo e terra. La modellazione tridimensionale del tempio rimanda alla geometria sacra del Mandala e alla cosmogonia orientale.

Si tratta dunque di un racconto architettonico della storia dell’universo, che secondo gli indù nacque dall’oceano cosmico di latte. Tutta la struttura, infatti, rievoca concetti cardine del pensiero buddhista, con simmetrie, concentricità e proiezioni precisissime. Ma come fecero gli architetti cambogiani a dar vita a un disegno così sublime e preciso della storia del cosmo? Probabilmente non c’è risposta…

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