Gli archeologi svelano il mito della spada più famosa delle fiabe

Alcuni archeologi hanno provato a svelare la storicità del mito della spada più famosa delle fiabe. Stiamo parlando ovviamente della leggenda della spada nella roccia, connessa al ciclo di re Artù.

La ricerca si concentra su una lama antica, che sarebbe caduta su un campo di battaglia quasi mille anni fa…

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Cosa si nasconde dietro la leggenda della spada nella roccia? (captured) – www.curiosauro.it

La spada più famosa delle fiabe non è affatto leggendaria

Ecco cosa ne pensano archeologi e storici: sospettano che la leggenda del ciclo di re Artù derivi da un fatto reale o comunque da una tradizione mutuata da una cronaca. Da una vera spada, quindi, conficcata in una roccia. E le teorie più accreditate guardano alla storia italiana. Esistono vari filoni d’indagine. C’è chi chiama in causa il cavaliere senese (e poi santo) Galgano Guidotti, che nel 1148 infilò la sua spada in una pietra vicino a un’antica abbazia a Chiusdino. Questo fatto non è però leggendario: avvenne davvero!

Prima archeologi britannici e poi dei colleghi italiani hanno studiato con metodo scientifico la spada di Guidotti. E credono che somigli in modo sospetto alla spada più famosa delle fiabe. Tutti pensavano che la spada fosse un falso o una riproduzione artistica. Invece un’analisi scientifica del metallo fatta dal professor Garlaschelli ha confermato che l’arma è vera, e che è sul serio infilata in un masso (granito). In più la composizione del materiale è compatibile con la datazione della leggenda di Guidotti (XII secolo).

Altre teorie

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San Galgano. Forse il vero cavaliere che infisse la spada nella roccia (wikipedia) – www.curiosauro.it

Non possiamo affermare che quella spada sia proprio appartenuta a Guidotti. Nè possiamo capire come e perché sia stata infilata in una roccia.

Leggende simili erano diffuse anche nella storia antica romana e nelle tradizioni della cultura nuragica sarda. In ogni caso, la spada nella roccia più importante della nostra storia nazionale è proprio quella citata nella vita di san Galgano. E infatti, nella cappella di San Galgano, nel comune di Chiusdino (in provincia di Siena) si venera da secoli uno spadone infisso in un masso. In questo caso, però, in segno di rinuncia alla vita di cavaliere.

Va da sé che la spada di Galgano non avesse un nome riconducibile a Excalibur. A proposito, vi siete mai chiesti cosa significa questa parola? Vuol dire Colei che taglia l’acciaio, e deriva dal gallese Caledfwlch, ossia dalla parola Caled (duro) Fwlch (spaccatura).

La parola Caledfwlch appare prima della nascita del ciclo arturiano. Per la precisione nel racconto in prosa Culhwch e Olwen. Ci sono filologi che ritengono che Excalibur derivi da un’altra spada: la mitica Caladbolg impugnata da Fergus mac Róich, eroe della mitologia irlandese.

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