Tre modi facili facili per comunicare con i morti

Nonostante tutta la luce che la scienza e la cultura dovrebbero aver sparso sul mondo, la mente umana non è ancora del tutto sgombra dalle ombre dei pregiudizi e delle superstizioni. Sovente sono la disperazione o la tristezza a spingerci a smarrire la via della razionalità. Talvolta, invece, ci lasciamo lusingare dal mistero, perché ci incuriosisce tutto ciò che non vediamo. Prendiamo, per esempio, la possibilità di poter comunicare con i morti… è davvero una prospettiva credibile?

Secondo le tradizioni esoteriche e occulte esistono diversi modi per mettersi in contatto con i defunti. Quando non sono i fantasmi a raggiunge i vivi, sono questi ultimi a ricercare (o meglio, evocare) gli spiriti trapassati. Ma in che modo?

seduta spiritica
Parlare con i morti: metodo più sicuro… la seduta spiritica (wikipedia) – www.curiosauro.it

Comunicare con i morti: ecco le vie tramandate dalla tradizione

La morte ci inquieta e ci terrorizza. Più spesso ci riempie di mestizia. Ognuno di noi sente la mancanza di una persona cara che è deceduta. Ed è in un certo senso umano nutrire il desiderio di poter di nuovo vederla o almeno sentirla. Giusto per sapere se sta davvero bene o che non abbia nulla da recriminare su ciò che sta succedendo sulla Terra in sua assenza. Ecco perché nel terzo millennio esistono ancora maghi, professionisti dell’occulto e medium che ingannano le persone affermando di poterle mettere in contatto con lo spirito dei cari estinti.

Comunicare con i morti è impossibile, sia dal punto di vista scientifico che religioso. Pur ammettendo che dopo il decesso l’anima perduri e venga trasferita in un aldilà, sarebbe contraddittorio e poco credibile pensare di poter richiamare questo spirito (ormai separato dalla mondanità) di nuovo sulla Terra. Ci pare comunque interessante comprendere in che modo l’uomo abbia creduto o creda di poter instaurare un contatto qualsiasi con il mondo dei morti. La tecnica più nota e diffusa è di certo quella della seduta spiritica.

Per praticare un simile rito c’è bisogno di un gruppo di persone superiore al trio. Tutti i presenti devono fare silenzio e tenersi per mano, o comunque devono disporre gli arti superiori in circolo, in modo da creare una catena. Deve esserci poi un medium, ovvero un tramite, in grado di evocare gli spiriti dei defunti e interrogarli.

Tavola ouija e EVP

tavola ouija
Una tipica tavola ouija (Pixabay) – www.curiosauro.it

Quando manca il medium, si usa una tavola ouija, una piccola tavola o un foglio dove sono riportate le lettere dell’alfabeto e dieci numeri. Su tale piano deve muoversi un pezzo di legno triangolare, simile al cursore di un mouse. La versione “commerciale” della tavola prevede che il triangolo poggi su tre sfere di cristallo in modo da poter scorrere più facilmente. Tutti i partecipanti posano il dito indice sul triangolo mobile e si lasciano guidare da una forza occulta. In questo modo, il cursore dovrebbe indicare in successione le lettere e le cifre scritte formando parole, date, sigle e frasi.

Alcuni spiritisti cercano di comunicare con i morti attraverso l’ipnosi, osservando lo specchio o affidandosi alla comunicazione medianica. In questo ultimo caso ci si avvale di sistemi audio, video e informatici. Lo strumento più usato è il registratore. L’EVP (Electronic Voice Phenomena) è ormai diffuso anche tramite app. Si tratta di un registratore in grado di cogliere rumori di fondo e processarli (rallentarli, ribaltarne il senso o dilatarli) per captare la voce di un defunto.

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