Class | La app che spia gli studenti in DaD e rivela se sono distratti

Pare che la Intel, la multinazionale statunitense specializzata in chip e processori, stia collaborando con Classroom Technologies per sviluppare un software in grado di captare e tracciare le emozioni degli studenti. La Classroom Technologies è una società di e-learning, che ha conosciuto un notevole sviluppo durante la pandemia, cioè in tempi di didattica a distanza e nuovi metodi di insegnamento. Il nuovo software dovrebbe chiamarsi Class.

Class si basa sull’intelligenza artificiale e lavora con Zoom per analizzare i volti degli alunni in tempo reale. Uno dei problemi principali della didattica a distanza, infatti, è l’impossibilità per il docente di cogliere l’umore dei propri alunni. Stanno partecipando davvero alla lezione? Sono annoiati? Si stanno concentrando?

La nuova frontiera della DaD è il riconoscimento facciale? (Pixabay) – curiosauro.it

Come funziona il programma Class?

Tutte queste informazioni di natura psicologica ed emotiva non possono essere colte se non attraverso l’empatia, che il mezzo informatico, giocoforza, depotenzia o disperde. Ecco perché Inter ha messo a punto questa nuova AI che dovrebbe essere in grado di riconoscere tre stati emotivi: la noia, la confusione e la distrazione. Per la Classroom Technologies si tratta di una nuova applicazione fondamentale per gli insegnanti e per lo sviluppo dell’e-learning. Si tratta infatti di uno strumento atto a facilitare l’insegnamento e a dare maggiori informazioni ai professori che non riescono a penetrare lo “spirito” degli studenti durante le lezioni a distanza.

Class si basa insomma sul riconoscimento facciale. Il sistema progettato da Intel analizza le immagini dei volti degli studenti, confrontandole con un database in cui sono espresse tutte le principali espressioni facciali. Questi dati vengono incrociati con i dati psicologici, le valutazioni (scolastiche) degli individui e il contesto della scena. E in questo modo l’AI può interpretare le emozioni. Secondo Intel non c’è spazio per fraintendimenti: le classificazioni sono molto sensibili e, soprattutto, possono essere aggiornate attraverso il machine learning.

Questioni etiche e di privacy

Didattica a distanza: nuove tecnologie (Pixabay) – curiosauro.it

L’intenzione di introdurre questo nuovo strumento nelle lezioni a distanza fa già discutere. A qualcuno non sembra etico delegare a un’intelligenza artificiale un compito tanto delicato come quello di interpretare le emozioni degli studenti. E in che modo, poi, la segnalazione di una distrazione o di un sentimento di confusione potrà essere valutata dall’insegnante senza un contatto diretto? Esiste anche un problema di privacy. Le nostre emozioni sono contenuti privati anche se esposti, e la loro interpretazione si trasforma comunque in un dato informatico che non può essere sfruttato senza il nostro consenso. C’è poi la paura che questo programma possa essere esteso anche nelle classi fisiche, cioè senza la didattica a distanza. Come un Grande Fratello che spia e terrorizza gli studenti, per non permettere loro di distrarsi o di mostrarsi annoiati.

Insomma, ci sono già tantissime perplessità sull’uso di questo Class. Eppure la Classroom Technologies va dritta per la sua strada. In alcuni Stati americani dei docenti stanno testando l’applicazione. E secondo i primi giudizi gli stessi professori sono contrari all’uso di Class in classe. Che dire? Come cantavano i Pink Floyd: “Hey, teachers, leave those kids alone!”

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