Mattoni spaziali | Costruire una casa di batteri e urina su Marte

Forse in futuro costruiremo edifici su Marte. Ma con quale materiale? I coloni che arriveranno nei prossimi decenni su Marte avranno bisogno di posti in cui vivere. Così, alcuni scienziati indiani si sono interrogati su quali potrebbero essere i materiali di costruzione più indicati per edificare una casa su Marte…

Un team di ricercatori dell’Indian Institute of Science (IISc), in collaborazione con l’agenzia spaziale indiana Indian Space Research Organization (ISRO), ha escogitato un nuovo metodo per creare dei mattoni spaziali. L’idea è quella di utilizzare dei batteri. Proprio così, batteri con cui dar forma a mattoni per costruire i futuri habitat marziani.

Costruire case su Marte? Potrebbe essere possibile… (Pixabay) – curiosauro.it

Costruire una casa su Marte… con i batteri!

Abiteremo mai il suolo del pianeta rosso? La NASA e altre compagnie spaziali pensano di sì. E infatti sono già attivi dei progetti per la colonizzazione futura di Marte. Alcune questioni, però, sono ancora da chiarire. Per esempio: come costruire degli edifici? Dobbiamo portarci i materiali dalla Terra? Dobbiamo sfruttare quelli presenti su Marte? Gli indiani hanno pensato a una soluzione innovativa. Vorrebbero dar forma a dei mattoni spaziali sfruttando una combinazione di suolo marziano, batteri e urea (cioè un composto di scarto eliminato attraverso l’urina dai mammiferi).

Dall’idea, i ricercatori sono passati ai fatti, e si sono dati da fare in laboratorio. Hanno creato un impasto di terreno marziano (simulato a base di gomma di guar), urea, cloruro di nichel chimico e batteri. Quali? Microrganismi della specie Sporosarcina pasteurii. Infine il composto è stato amalgamato e versato in stampi di silicone.

Non è la prima volta che gli indiani provano a dar forma a dei mattoni spaziali. Nei tentativi precedenti però, utilizzando la regolite (la sabbia presente sulla Luna) non erano riusciti a ottenere dei cubi, ma soltanto dei cilindri. Il liquame marziano sembra invece più malleabile. E così è venuta fuori una forma più funzionale per costruire una casa su Marte!

Dal liquame al mattone

Ecco come appaiono i mattoni spaziali (Nitin Gupt, IISc) – curiosauro.it

Dopo alcuni giorni nello stampo, una reazione chimica trasforma il liquame in un solido. Ecco che abbiamo dinanzi un mattone spaziale. Solido, ben cristallizzato e adatto a sostenere un bel peso. Dal punto di vista chimico succede questo: i batteri e l’urea interagiscono e provocano la cristallizzazione dell’urea e la formazione di cristalli di carbonato di calcio. Tale composto chimico è un buon sostegno: di fatti si trova in tutte strutture biologiche più dure, come gli esoscheletri dei molluschi e i gusci d’uovo. A questo punto i cristalli si uniscono ai biopolimeri (polimeri naturali prodotti dai batteri) e si ottiene una sottospecie di cemento che tiene insieme il suolo marziano.

Il cloruro di nichel, invece, serve per far crescere il numero dei batteri. Funziona insomma come un fertilizzante per dar forza e nutrimento ai microrganismi unicellulari procarioti. Senza il cloruro di nichel i batteri sarebbero morti. Questo perché il suolo marziano contiene molto ferro, che è tossico anche per gli organismi unicellulari. E senza batteri non potremmo mai avere mattoni solidi. E senza mattoni, niente casa su Marte.

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