Secondo alcuni storici la tomba di Dracula si trova a Napoli

Nel centro storico di Napoli, poco lontano dalla sede centrale dell’Università Federico II, si trova la chiesa rinascimentale di Santa Maria la Nova. Nel chiostro di questa chiesa vi è un sepolcro monumentale che ospita le spoglie del nobile Matteo Ferrillo. Secondo alcune controverse ipotesi storiche, nello stesso monumento funerario potrebbe essere ospitato il corpo di Vlad III di Valacchia, colui che è passato alla storia come Dracula.

Vlad Țepeș, meglio noto come Dracula, dovrebbe essere morto intorno al 1477, ucciso da sicari mandati da suo fratello Radu il Bello. E non sappiamo dove sia stato sepolto. Per alcuni le sue spoglie giacciono fuori Bucarest. Per altri a Costantinopoli. Altri ancora pensano che la tomba di Vlad III possa trovarsi a Napoli.

Dracula
Il conte Dracula, storicamente noto come Vlad III di Valacchia (wikipedia) – curiosauro.it

La tomba di Dracula si trova a Napoli?

L’ipotesi che pone il sepolcro di Dracula a Napoli è nata nel 2014 quando alcuni storici si sono concentrati sulla figura della prima figlia di Vlad III, Zaleska, inviata lontano dalla Romania quand’era ancora una bambina. Non ci sono dubbi che Dracula, per proteggere la figlia durante la guerra contro i turchi, la allontanò da sé. Secondo alcuni interpreti potrebbe averla mandata a Napoli (intorno al 1479), dove aveva molti amici. Secondo altre narrazioni la bambina potrebbe essere finita prima in Grecia e poi a Napoli. Qui la ragazzina fu accolta da re Ferdinando d’Aragona, che però la presentò a corte come figlia del despota di Serbia e con un nome diverso: quello di Maria Balsa.

Re Ferdinando considerava Vlad un suo compagno d’armi (erano entrambi cavalieri dell’ordine dei Dragoni) ed è probabile che abbia voluto adottare sua figlia. Dovette però cambiarle nome e farla passare per figlia di qualcun altro: Vlad era uno scomunicato, e quindi sua figlia Zaleska non avrebbe potuto essere accolta in un regno cattolico senza essere privata dei sacramenti e della protezione di cui aveva necessità. In più sappiamo che la vera Maria figlia del despota di Serbia non fu mai a Napoli, e sposò un conte di Monferrato.

La nostra Maria Balsa avrebbe invece sposato Giacomo Alfonso Ferrillo, un nobile napoletano, anche lui associato all’ordine del Dragone, con un esteso feudo in Lucania. Pare che il cognome Balsa sia un ennesimo riferimento a Vlad: significherebbe “figlia del drago” in antico rumeno. Quindi anche se non abbiamo documenti che provino che la Maria Balsa sposa di Ferrillo sia proprio la Maria figlia di Vlad, gli storici sembrano concordi nell’accettare tale versione.

Il drago sul sepolcro

Il sepolcro di Santa Maria la Nova a Napoli (wikipedia) – curiosauro.it

Studiando la tomba di Ferrillo, che si trova nel chiostro del convento collegato alla chiesa di Santa Maria la Nova, dei giovani studiosi estoni hanno poi notato dei caratteri strani e indecifrabili, e poi un blasone. Su questa decorazione sono fusi insieme gli stemmi delle famiglie Balsa e Ferrillo. E in questo blasone è presente un drago.

Anche lo storico napoletano Raffaello Glinni aveva compiuto studi che sostenevano la presenza di Dracula in Italia. Secondo Glinni, Vlad Țepeș sarebbe morto a Napoli. Quindi avrebbe senso trovarlo sepolto nella tomba del genero.

Le decorazioni presenti nello scomparto centrale del monumento del sepolcro sono davvero strane. Rivelano la figura di un drago e alcuni simboli di matrice egizia, che non si trovano in alcuna altra tomba dell’epoca in tutt’Europa. Ci sono poi due sfingi contrapposte, emblema della città di Tebe, dagli egizi chiamata Tepe. E secondo gli interpreti quelle sfingi sarebbero dunque dei simboli per alludere al nome del conte: Tepes. Tepes vuol dire “impalatore”. Ed è strano che la figlia abbia voluto fare riferimento a un soprannome così poco elegante e lusinghiero…

Ma come mai Vlad sarebbe finito a Napoli? Secondo la ricostruzione alternativa, Dracula non sarebbe morto in battaglia né per mano del fratello. Sarebbe invece stato fatto prigioniero dai Turchi. La figlia Maria Balsa lo avrebbe riscattato e portato a Napoli, dove il conte avrebbe vissuto almeno tre anni.

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