Invecchiamento: è tutta colpa dei telomeri

I telomeri sono le protezioni poste alle estremità dei cromosomi. Servono a prevenire l’erosione del resto del materiale genetico. E sono sezioni molto importanti, perché rivelano le tracce del tempo che passa. Sono insomma termometri dell’invecchiamento. È naturale e ineluttabile che i telomeri si accorcino col passare del tempo…

Tale accorciamento avviene con la replicazione del DNA della cellula. Ma i telomeri si danneggiano per usura nel tempo anche in assenza di proliferazione. L’accorciamento eccessivo o un danno strutturale possono mettere in pericolo il DNA. Per questo quando una regione terminale del cromosoma si accorcia troppo, la cellula reagisce attivando un allarme molecolare che blocca la proliferazione. E ciò induce la sua senescenza.

Da cosa dipende l’invecchiamento cellulare? (Pixabay) – curiosauro.it

L’invecchiamento dipende dalle regioni terminali dei cromosomi

Parliamo di senescenza ma in pratica intendiamo l’invecchiamento cellulare. Una cellula senescente non riesce più a proliferare (quindi a rigenerarsi) e non sa più svolgere efficientemente le sue funzioni di base. Tale fenomeno coinvolge tutte le cellule del nostro corpo, da quelle dell’epidermide a quelle nervose. Può essere un effetto del tempo che passa o di eventi patologici, come per esempio le malattie genetiche e i tumori.

Come si accorciano questi telomeri? Perlopiù subiscono danni a causa dello stress ossidativo. E non è un mistero che anche un danno al DNA mediato dallo stress ossidativo abbia una grande influenza sull’accorciamento dei telomeri. Ci sono studi che dimostrano come l’assunzione di antiossidanti faccia bene alla lunghezza delle regioni terminali dei cromosomi. Mentre le persone con telomeri consumati sono a rischio di cancro e di invecchiamento precoce. Ecco perché è importante assumere beta carotene, vitamina C ed E.

Che cosa sono i telomeri?

Ecco come appaiono i telomeri (wikipedia) – curiosauro.it

Possiamo definire i telomeri come regioni specifiche di sequenze nucleotidiche ripetitive associate a proteine ​​specializzate alle estremità dei cromosomi. Esistono diverse architetture di telomeri. Ma quelli che interessano a noi sono quelli presenti negli eucarioti. Quasi tutte le specie viventi possiedono queste sequenze che, di fatto, proteggono le regioni terminali del DNA cromosomico dalla progressiva degradazione. In pratica sono scudi, che assicurano l’integrità dei cromosomi lineari e impediscono ai sistemi di riparazione del DNA di scambiare le estremità del filamento per una rottura del doppio filamento.

Lo scopritore di queste sezioni fu il russo Alexei Olovnikov, il quale all’inizio degli anni ’70 capì che i cromosomi non potevano replicare completamente le loro estremità. Tale problema era noto come la questione de “la replica finale”. Basandosi su tale evidenza, Olovnikov suggerì che le sequenze di DNA venissero perse ogni volta che una cellula si replicava, fino a quando la perdita non raggiungeva un livello critico. E, a quel punto, la divisione cellulare terminava per sempre.

Ma fate attenzione: quando leggete articoli che parlano di nuovi modi per allungare il telomero, non dovete fidarvi. La scienza non ha ancora capito se i telomeri corti siano solo un sintomo di senescenza o se queste sezioni contribuiscano attivamente alla progressione del processo di invecchiamento.

Impostazioni privacy