L’ape più grande del mondo ritrovata dopo 40 anni

Si tratta della Megachile pluto, l’ape grande di Wallace che è stata riscoperta dopo molti anni

Un traguardo raggiunto tra l’incredulità dei ricercatori. L’ape gigante – nome scientifico Megachile pluto – è stata ritrovata grazie all’entomologo Eli Wyman, mentre lavorava come assistente curatoriale all’American Museum of Natural History…

L'ape più grande del mondo ritrovata dopo 40 anni- curiosauro.it- 14042022
L’ape più grande del mondo ritrovata dopo 40 anni- curiosauro.it

Megachile pluto, le caratteristiche dell’ape più grande del mondo

La Megachile pluto fa parte della famiglia delle Megachilidae. Essa è un esemplare di ape non comune. La sua caratteristica è quella di essere gigante, viene infatti denominata anche ape gigante di Wallace. Gli esemplari femmina possono raggiungere i 39 mm con un’apertura alare di ben 63 mm. La lunghezza dei maschi, invece, si attesta sui 23 mm. Fatto sta che questi esemplari sono quattro volte più grandi le comuni api. Essa usa la resina per creare le celle del proprio nido, pertanto è una sopraffine tagliatrice di foglie.

L’emozione della scoperta

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L’ape più grande del mondo ritrovata dopo 40 anni- curiosauro.it

Tale specie di ape si temeva estinta. Dal 1981 gli esperti del settore non avevano più avuto occasione di rintracciarla e di studiarla Fino a quando nel 2019 Eli Wyman e Clay Bolt sono riusciti nell’impresa. Il tutto è avvenuto durante una spedizione finanziata dal Global Wildlife Conservation nelle isole indonesiane di North Maluku. Lo scopo era proprio quello di individuare – dopo ben 38 anni – l’ape gigante di Wallace. Dopo i primi tentativi falliti, il riaccendersi della speranza. Cinque giorni di disperate ricerche. Mentre stavano per abbandonare la missione il gruppo ha individuato situato fuori dal sentiero un termitaio. La caratteristica di quest’ultimo era il sigillo di resina, caratteristica delle api giganti. Questo indizio non è stato un caso, si trattava davvero della “residenza” delle api giganti. Queste ultime, date per disperse per quasi 40 anni, erano divenute una sorta di trofeo per i ricercatori del settore. Una scoperta che fa riaccendere la speranza anche su altre specie di insetti, animali e vegetali date per estinte.

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