Public speaking, cos’è e come si impara

Per molte persone parlare in pubblico è davvero difficile. Un ruolo fondamentale lo giocano le emozioni, ma anche il fatto di doversi in qualche modo preparare fa la sua parte. Ora esiste una professione che insegna l’arte di parlare di fronte a tante persone. Il public speaking non farà più paura a nessuno!

Il public speaking coach è una delle professioni del futuro che cambierà il modo di comunicare tra le persone.

Public speaking
La paura di parlare in pubblico – 20220413-curiosauro.it

Cosa fa il public speaking coach?

Il public speaking coach è un esperto di comunicazione che aiuta le persone a parlare in pubblico, a preparare incontri, conferenze, interventi e comizi. Eliana Caserio svolge questa professione e ne parla con grande entusiasmo:

“Il mio lavoro consiste nell’aiutare le persone a potenziare la propria comunicazione in pubblico. Seguo imprenditori e professionisti che hanno necessità di preparare una presentazione aziendale o che vogliono raggiungere, in generale, una maggiore efficacia e sicurezza nella propria comunicazione”. 

Tra le sue mansioni, oltre ad affinare la comunicazione, ci sono anche quelle di:

  1. Evitare che si commettano errori mentre si parla.
  2. Superare l’ansia di stare davanti al pubblico.
  3. Affiancare l’oratore nella preparazione del discorso.

Questa è una professione relativamente nuova, unisce arte e scienza, e tocca sia il campo della comunicazione che quello della psicologia. Sostanzialmente si suddivide in tre parti: quella del pensiero, quella della preparazione e quella della pratica.

Public speaking
Eliana Caserio, public speaking – 20220413-curiosauro.it

Le fasi del public speaking 

La prima fase, quella del pensiero, è fondamentale per acquisire la consapevolezza di chi siamo e delle nostre potenzialità. In questo stadio del lavoro bisogna domandarsi che tipo di rapporto si vuole instaurare con le persone, e quale sia il nostro obiettivo comunicativo. Successivamente, inizia la preparazione vera e propria, qui ci si dovrà chiedere:

  1. Che tipo di linguaggio è più adatto per raggiungere il nostro obiettivo?
  2. Come si devono impostare i movimenti del corpo (comunicazione non verbale)?
  3. Come si deve utilizzare la voce?
  4. Quali emozioni devono trasparire?

In media ci vuole circa un mese per ottenere risultati apprezzabili e per creare un buon discorso in pubblico. La parte più stimolante, secondo Caserio, è comunque quella di affiancare l’oratore nell’ideazione. È il momento della creatività che va alimentata e coltivata con diversi strumenti, come metodi di brainstorming e mappe mentali. Parlare in pubblico richiede grande esercizio sulle nostre competenze e molta pratica, oltre a un grosso lavoro su noi stessi. Importante è anche la respirazione, perché la capacità di respirare in modo più profondo ci calma, ossigena meglio il cervello e ci fa ragionare tranquillamente.

Consigli per parlare in pubblico

Passare da una respirazione diaframmatica a una più profonda è certamente un primo passo per trovare la calma e gestire meglio le emozioni. Altrettanto importante è il lavoro di costruzione del messaggio (che cosa vogliamo raccontare), e in questo lavoro le emozioni possono essere delle preziose alleate per connetterci alle persone, capendo cosa provano e cosa sono interessate a sentire da noi.

Ma come si diventa public speaking? Non esistono percorsi lineari al momento. C’è chi ha iniziato con il teatro, chi studiando tecniche di comunicazione, chi counseling o coaching. È importante unire la parte teorica dello studio alla pratica: non si può certamente insegnare se non si sa cosa voglia dire parlare a un pubblico. Eliana Caserio racconta di come si tiene in allenamento

Per tenermi in allenamento presento e conduco eventi per aziende. Partecipo anche ai diversi campionati che vengono fatti in Italia e nel mondo. Nel 2021, per esempio, ho vinto l’European Speech Competition 2021”.

Queste sono competizioni dove ogni prova consiste in un talk a tema libero da presentare in 5 o 7 minuti. La giuria valuta ogni speaker su vari livelli: dall’efficacia del messaggio al coinvolgimento del pubblico, dal linguaggio non verbale a quello para-verbale. E ovviamente quando si tratta di tornei internazionali, occorre parlare in inglese. Una sfida in più e un bel… allenamento.

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