Diciotto reperti archeologici di inestimabile valore sequestrati a un collezionista napoletano

Il Nucleo TPC (Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale) di Napoli ha sequestrato diciotto reperti di epoca antica a un collezionista privato in provincia di Napoli. Le indagini, condotte dai militari del nucleo speciale insieme alla procura di Nola e ai Carabinieri di Torre Annunziata, sono partite grazie all’analisi di movimenti sospetti su traffici internazionali. Tutti i diciotto reperti provenivano da scavi clandestini o da traffici illegali.

Nel 2022 non si fermano le indagini dei Carabinieri del TPC sui traffici illegali di beni culturali. Questa volta le forze dell’ordine hanno sequestrato anfore antichissime e urne di epoca greca rubate da vari siti archeologici. Tutte queste opere erano custodite in una collezione privata…

Sequestro a Napoli (TPC) – curiosauro.it

Sequestrati diciotto reperti rubati da scavi archeologici

Per portare avanti le indagini e scovare il collezionista napoletano, gli inquirenti hanno sfruttato la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Una lunga lista di opere disperse o segnalate sul mercato illegale, con oltre un milione di reperti. Quasi tutti pezzi archeologici rubati o sottratti con scavi illegali negli ultimi cinquant’anni.

Nel caso denunciato negli scorsi giorni, il collezionista deteneva anfore e urne di epoca greca rubate da siti archeologici campani e pugliesi. In tutto, i Carabinieri hanno sequestrato diciotto reperti al collezionista. I vasi datati tra il V e il III secolo a.C., dovrebbero provenire da vari siti della Magna Grecia. E ora gli inquirenti restituiranno tutte le opere alla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli.

Nella bellissima collezione privata del soggetto denunciato figuravano appunto vasi (anfore, hydriai, skypoi, olette…) e poi urne prelevate da corredi funerari. Tutti reperti di epoca greca e di rilevante interesse archeologico. Alcune anfore sono antichissime. Gli inquirenti parlano di pezzi molto raffinati e dal valore inestimabile.

Per fortuna I Carabinieri sono riusciti a rintracciare con una veloce indagine la provenienza illecita dei reperti e a far scattare il sequestro ai danni del collezionista privato residente in provincia di Napoli. Nei prossimi giorni tutte le opere saranno restituite dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana di Napoli.

Le funzioni del TPC

(License commons) – curiosauro.it

Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale è, dunque, una vera e propria task force specializzata in arte e in tutela dei beni culturali. Istituito nel 1969, questo corpo ha cominciato ad agire a livello internazionale a seguito della Convenzione UNESCO di Parigi del 1970. Da quell’anno il TPC è riuscito a creare una rete di collaborazione per bloccare i commerci illegali di opere d’arte e di interesse archeologico.

Tutti gli Stati membri della Convenzione devono infatti adottare le opportune misure per impedire l’acquisizione di beni illecitamente esportati. E devono anche favorire il recupero di quelli trafugati. Il problema, in genere, è che molte opere trafugate finiscono in musei privati o pubblici, e la loro proprietà viene istituzionalizzata. E così non vengono mai restituiti.

Il Comando collabora con il Ministero della Cultura e svolge compiti concernenti la sicurezza e la salvaguardia del patrimonio culturale nazionale attraverso la prevenzione e la repressione delle violazioni alla legislazione. Di conseguenza, il TPC funge anche da polo di gravitazione informativa e di analisi a favore di tutte le altre forze di Polizia.

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