I vampiri non possono più sopravvivere solo col sangue

Il sangue è un elemento a basso tasso calorico e praticamente privo di carboidrati. Come fanno, quindi, i vampiri a sopravvivere? Dove si procurano i nutrienti fondamentali per le loro funzioni vitali?

Il sangue è un alimento pessimo e pochissimi mammiferi in natura si cibano solo di questo. Bram Stoker, l’autore di Dracula, non ci ha raccontato la verità!

Pipistrelli vampiri che si nutrono solo di sangue – curiosauro.it

Vampiri fasulli

Le storie secondo le quali i vampiri si sarebbero nutriti solo di sangue non sono quindi vere. Nessuno di loro, infatti, sarebbe stato in grado di sopravvivere più di 48 ore bevendo solo il plasma. In natura, a parte poche eccezioni, non esistono mammiferi la cui dieta è esclusivamente sanguivora! Solamente tre specie di pipistrelli che vivono nel continente americano si nutrono solo di sangue.

Questi mammiferi riescono a sopravvivere con una dieta così povera per via delle differenze genetiche con le altre specie di loro simili. Uno studio sulle caratteristiche del sangue ha confrontato il genoma delle tre specie di vampiro con quello di altre 26 specie di pipistrelli con una dieta normale, costituita da insetti, frutta, nettare, e carne. Si è notato fin da subito quanto il sangue sia un cibo difficile da sostenere, in quanto presenta un bassissimo contenuto calorico, pochi nutrienti e quasi per nulla grassi e carboidrati.

Pipistrelli vampiri che si nutrono solo di sangue – curiosauro.it

I vampiri amano le proteine

Il sangue contiene soprattutto proteine, circa il 93% del suo composto, quindi i vampiri hanno dovuto adattare la forma del loro stomaco. Questo, infatti, si è modificato nel tempo, fino a diventare una sorta di sacca molle e che si espande facilmente per contenere tutto il sangue che l’animale riesce a bere da una singola preda.

Uno dei problemi che i pipistrelli che si cibano solo di sangue possono avere, è che non riescono mai a fare scorte per l’inverno all’interno del loro organismo. Questo accade perché il sangue contiene una quantità di grassi e carboidrati troppo bassa, quindi se l’animale rimane a digiuno per più di 48 ore andrà incontro a morte certa! Il team di studiosi, guidato da Moritz Blumer del Max Planck Institute di Dresda, afferma che tutti questi adattamenti sono il riflesso dei cambiamenti genetici avvenuti nel tempo. Rispetto ai loro antenati, infatti, questi pipistrelli hanno perso o de-attivato 13 geni.

La genetica che cambia

La perdita di funzionalità di questi geni è a sua volta collegata alle modifiche nella fisiologia e nel metabolismo dei vampiri rispetto agli altri pipistrelli. Per esempio la perdita del gene REP15 ha migliorato la capacità dei vampiri di espellere gli eccessi di ferro. Oltre alla genetica, bisogna comunque valutare altri aspetti che riguardano l’adattamento dei pipistrelli vampiri: uno di questi è sicuramente quello legato alla vita sociale dell’animale.

Se uno di loro, infatti, non è stato in grado di nutrirsi sufficientemente gli altri pipistrelli del gruppo lo aiuteranno rigurgitando un po’ del loro pasto. Questi animali si aiutano molto gli uni con gli altri e questo comportamento può avere, a sua volta, delle conseguenze fisiologiche. Uno studio recente parla di microbioma sociale dei pipistrelli, che riguarda la similitudine dei batteri che si trovano nel loro apparato digerente tra quelli della stessa colonia.

Per i pipistrelli in cattività, per esempio, il team ha anche campionato le sostanze chimiche volatili rilasciate dalla pelliccia degli animali. Tali analisi hanno rivelato cambiamenti sincroni nei microbiomi della pelliccia e nei profili degli odori dei pipistrelli, ma non nei microbiomi intestinali dei pipistrelli. Il microbioma intestinale di ogni pipistrello, proprio come un’impronta digitale, mostra una firma distintiva che persiste nel tempo.

La vita sociale dei pipistrelli – curiosauro.it
Impostazioni privacy