Le streghe e la birra; una produzione diabolica

Un tempo, specie nei Paesi anglosassoni, la birra era associata alle streghe. Ma per quale strana ragione? Tutto parte dal vestiario…

Cappello a punta, abito largo e sfrangiato, vesti nere e un lungo bastone… Sembra proprio l’abbigliamento caratteristico delle streghe, vero? Ma in questo modo si vestivano anche le lavoratrici dedite alla produzione e alla vendita della birra, le cosiddette alewifes inglesi.

Bastone e calderone. Attributi iconografici tipici di una strega… (wikipedia) – curiosauro.it

Alewifes: le streghe che producevano e vendevano birra

In Gran Bretagna e in genere nei Paesi protestanti, la stregoneria era un problema molto sentito. La vera caccia alle streghe si verificò infatti in Nord Europa e nelle colonie americane. Qui, le povere donne non vivevano mai tranquille. Bastava uno sguardo fuori posto per procurarsi un’accusa di stregoneria. Anche le donne che producevano birra erano spesso oggetto di critiche e di denunce… Qualcuno pensava infatti che con i loro lunghi bastoni potessero mescolare pozioni segrete nelle loro miscele.

Queste accuse, per quanto assurde, molto spesso si concretizzavano in processi. E magari in condanne. Per questo tutte le persone che erano viste con sospetto dal resto della comunità rischiavano di fare una brutta fine. Storicamente, le vittime principali di queste discriminazioni e persecuzioni erano tutte quelle donne che si mostravano troppo libere, curiose o intraprendenti. Anche le donne che guadagnavano o lavoravano troppo erano poco tollerate. La birra, però, era considerata da secoli un’occupazione femminile, proprio poiché apparteneva alla sfera domestica. Locande e osterie erano quasi sempre gestite da donne…  E in tante ostesse e locandiere erano anche produttrici di bevande: sidro, gin e birra. C’era anche chi produceva birra di alta qualità che poi vendeva al mercato. Il guadagno poteva essere alto…

E tutte le produttrici di birra vestivano abiti scuri (come consuetudine nelle comunità protestanti), indossavano cappelli a punta per essere ben distinte e identificate facilmente dai potenziali clienti nel mercato. Avevano con loro un calderone, indispensabile per il loro commercio. E poi un bastone o una scopa. La scopa era un altro segno distintivo: messa fuori dalla casa indicava che la birra era pronta.

La repressione delle birraie

Cosa c’entra la birra con le streghe? (Pixabay) – curiosauro.it

In Scozia, in Irlanda e soprattutto negli Stati Uniti, il mestiere di birraia non era considerato decoroso. Le donne dovevano stare lontane dall’alcol e dal denaro. Ecco perché le produttrici di birra cominciarono a essere accusate di stregoneria. Specie le nubili e le vedove, ossia tutte le donne libere dal controllo maschile.

I produttori maschi trovarono in queste accuse una via semplicissima per sbarazzarsi della concorrenza. La dinamica era la solita. Prima si spargevano sospetti su un determinato soggetto, poi si lasciava che la superstizione facesse il resto. Alcuni storici pensano che l’immagine odierna che abbiamo delle streghe provenga proprio dalle birraie di ambiente protestante. I racconti di streghe, sia popolari che letterari, si uniformarono a questo cliché. Ed ecco come un’uniforme di lavoro si trasformò nel vestiario di una strega!

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