Ius primae noctis | Forse non è proprio un falso mito

Gli storici lo ripetono da almeno un secolo… Non esistono prove documentali che confermino l’esistenza nel mondo medievale della consuetudine chiamata ius primae noctis. Si tratta allora solo di un falso mito?

Ius primae noctis. Con questa espressione intendiamo un diritto, oggi parecchio discusso, esercitato dai signori medievali sulle vergini loro suddite durante la prima notte di nozze. Anche se non sembrano esistere prove storiche certe di questa pratica, non possiamo essere sicuri che tale prepotenza non sia stata mai praticata. Forse non era una legge scritta, ma poteva con buona probabilità essere declinata come prassi o un’usanza rituale.

Un quadro di Vasilij Dmitrievič Polenov che rappresenta lo ius primae noctis: Le droit du Seigneur (wikipedia) – curiosauro.it

Lo ius primae noctis è un falso mito storico?

Non ci sono dubbi che in epoca medievale i nobili e i padroni umiliassero continuamente i loro sudditi con prepotenze e prevaricazioni. In un certo senso, è ancora così nel terzo millennio. E non possiamo neanche negare che durante il Feudalesimo conti, baroni e valvassori si siano potuti approfittare sessualmente delle belle ragazze della plebe. Eppure le fonti e i codici giurisprudenziali medievali non parlano mai di una consuetudine definita come ius primae noctis. E, non abbiamo neanche notizie di un droit de cuissage in Francia, di un droit du Seigneur in Inghilterra o di un derecho de pernada in Spagna.

Ma in cosa dovrebbe consistere questo diritto feudale? Si crede che nell’Alto Medioevo fosse lecito per un signore feudale coricarsi con una donna appena sposata durante la sua prima notte di nozze. In molti paesi, in tutta Europa, si tramandano leggende collegate a questa tradizione. Da un lato la storia ci offre decine di prove di episodi di violenza sessuale da parte dei signori feudali ai danni delle donne del popolo. Ma dall’altro lato non vi era una legge, un diritto consuetudinario o una tradizione nota che legittimasse a livello normativo un simile abuso.

La discussione storica

Un falso mito storico? (wikipedia) – curiosauro.it

Gli storici del Novecento hanno quindi negato del tutto l’esistenza di questo diritto. Si parla dunque di un mito, alimentato da letture faziose, leggende ed errori di interpretazione. I signori feudali non potevano, per legge, trascorrere la prima notte di nozze con le mogli dei propri sudditi. Un conte non poteva sostituirsi in alcun modo al legittimo marito di una bella giovine. Né poteva esigere dai mariti, in alternativa alla violenza, il pagamento di una tassa.

La Chiesa non lo avrebbe mai permesso. E il popolo si sarebbe di certo ribellato. L’unica testimonianza diretta che abbiamo a proposito di questo diritto proviene da un documento trovato nell’abbazia di Mont-Saint-Michel e datato al 1247. Si tratta però di una poesia e non di un codice giuridico. Il componimento lamenta in forma di filastrocca tutti i soprusi subiti da un contadino. E fra questi soprusi figura anche il noto ius primae noctis. Tutti i filologi credono però che si tratti di una satira. L’autore del componimento doveva essere un monaco contrario al potere feudale e critico verso la società cavalleresca del XIII secolo…

A ogni modo, grazie a interpretazioni un po’ faziose e a esagerazioni romantiche, il mito è ancora oggi discusso e citato. Il Medioevo, ci dicono da un po’ di anni molti storici, non fu un periodo così barbaro…  La storiografia contemporanea, quindi, non crede all’esistenza di questa pratica tanto ignobile. Ma anche se non esistono atti formali e codici espliciti, non possiamo essere del tutto sicuri che questo ius non sia mai stato messo in pratica. Alcuni storici, per esempio, hanno dimostrato che dei signori scozzesi nell’XI e nel XII erano soliti affrofittarsi beatamente delle donne del popolo. Ci sono anche testimonianze di tasse versate in Svizzera (nel XV secolo) in sostituzione del diritto sulla prima notte.

Lo studioso italiano Paolo Mantegazza, nel suo libro del 1935 Le relazioni sessuali dell’umanità, afferma che, sebbene non fosse una legge, lo ius primae noctis poteva essere un’usanza vincolante. Parliamo quindi di una consuetudine tramandata tramite una tradizione orale o di un’abitudine locale, poi universalizzata per motivare una tassa.

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