L’arte dello spionaggio nella Capitale | Invenzione inimmaginabile

Anche gli antichi Romani praticavano lo spionaggio. E non si limitavano all’invio di agenti speciali o all’azione di delatori. Usavano anche la telegrafia ottica! Inimmaginabile…

Secondo Polibio, il greco Enea Tattico fu l’inventore di un sistema di telecomunicazioni utile per lo spionaggio. Si trattava di un’asta, con messaggi preimpostati, abbinata a un cilindro con dell’acqua e una torcia. I Romani misero in pratica l’invenzione e la sfruttarono in molte occasioni.

Un bassorilievo romano che mostra lo stratagemma di spionaggio delle segnalazioni a distanza tramite telegrafia ottica (wikipedia) – curiosauro.it

La telegrafia ottica di Enea Tattico

Il sistema inventato dallo scrittore del IV secolo a.C. Enea Tattico serviva per trasmettere informazioni a distanza. Funzionava? Pare proprio di sì. Ma occorreva che mittente e destinatario si trovassero in due punti visibili a vicenda. Per esempio sulle sommità di due colli. Entrambi dovevano poi avere a disposizione un recipiente cilindrico pieno d’acqua. Il recipiente, di solito di metallo o argilla, era provvisto di un rubinetto che faceva colare l’acqua in una specie di bacinella. I due termini in comunicazione dovevano anche possedere un’asta,  identica, su cui erano incisi agli stessi intervalli i messaggi che si volevano trasmettere.

Quali erano questi messaggi? Quelli che servono in occasioni simili. Per esempio: “l’esercito nemico è vicino” o “l’esercito nemico è lontano”. “Aumentate le difese”, “inviate aiuti”, “vi invieremo presto aiuti”… L’asta con i messaggi era posizionata su una base di sughero, che le permetteva di galleggiare nel cilindro. Quando si voleva trasmettere un messaggio, il mittente imbracciava una torcia… Poi, quando la sollevava, apriva anche il rubinetto; invece, quando la abbassava, interrompeva il flusso d’acqua. Al destinatario bastava ripetere i movimento del mittente per far sì che l’asta, scendendo insieme al livello dell’acqua, indicasse lo stesso messaggio.

Entrambi quindi facevano uscire il liquido dal vaso, con il conseguente abbassamento della base di sughero e dell’asta. Così, quando la parte dell’asta con il messaggio che si voleva comunicare arrivava all’altezza del bordo del vaso, il mittente alzava la torcia, segnalando di arrestare la fuoriuscita del liquido. Il destinatario riusciva dunque a individuare senza difficoltà quale fosse la comunicazione in oggetto.

L’importanza dell’invenzione per lo spionaggio

Una ricostruzione dell’uso romano del dispositivo inventato dal greco Enea Tattico: telegrafia ottica (wikipedia) – curiosauro.it

Siamo dunque di fronte a un progetto di un sistema simile a un semaforo, basato su un meccanismo idraulico. Oggi, intendiamo questo dispositivo come un esempio di telegrafia ottica.

Polibio, in realtà, non sembrava troppo entusiasta del progetto di Enea… Lo descrisse come un sistema approssimativo. Questo perché poteva consentire soltanto la trasmissione di messaggi preimpostati. Gli ingegneri moderni, invece, scorgono in questo dispositivo un’importante intuizione scientifica e tecnica. Qualcuno sostiene addirittura che questo sistema di telegrafia ottica sia un antenato del computer.

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