La centenaria bufala sul volo del calabrone

Si dice che il calabrone, cioè il bombo terrestre (Bombus terrestris), sia troppo grosso per volare. E che nonostante questo limite fisico, voli lo stesso, sfidando le leggi dell’aerodinamica, grazie a un impegno costante e disperato. Anzi, si sente spesso ripetere quest’adagio: “Il calabrone vola perché non sa di non poter volare”.

L’immagine è molto romantica, e foriera di un messaggio avvincente… Ma biologicamente si tratta di una bufala. O meglio, di una vera e propria leggenda. Ma da dove ebbe origine questa strana storia?

Un’ape o un calabrone? Alla scoperta del bombo terrestre… (Pixabay) – curiosauro.it

Il calabrone troppo pesante per volare

Cominciamo col dire che il calabrone di cui parliamo non è un calabrone. Il bombo terrestre, infatti, è un apode (un insetto parente dell’ape), mentre il vero calabrone è una vespa (Vespa crabro). Tornando indietro nel tempo scopriamo che la narrazione del volo del calabrone è una leggenda nata negli anni ’30 in Germania presso l’Università di Gottingen.

John McMasters, un ingegnere aeronautico noto per i suoi contributi all’aerodinamica e all’istruzione ingegneristica, riportò una discussione in cui uno scienziato svizzero, che conduceva studi sulla dinamica dei gas, parlò di questo famigerato insetto dal corpo pesantissimo e dalle ali fragili che riusciva comunque a volare. Perché? Perché ignorava le leggi fisiche contrarie… Lo scienziato svizzero, insomma, si era a lungo chiesto quali proprietà aerodinamiche avessero le ali del bombo per permettergli di volare. Dopo un sacco di calcoli, lo svizzero arrivò alla conclusione che secondo le leggi dell’aerodinamica, il calabrone non potesse volare. Nel 1934 uscì un libro di Antoine Magna, Les vol des Insectes, che diceva più o meno lo stesso. Secondo Megna, considerando le equazioni della resistenza dell’aria sul volo degli insetti, il volo del bombo risultava impossibile.

Le controprove

Come fa il bombo terrestre a volare? (Pixabay) – curiosauro.it

Nel 2005, attraverso una serie di riprese ad alta velocità, alcuni ricercatori hanno però dimostrato che la meccanica alare del calabrone non viola alcuna legge fisica. Ed ecco così sfatato il celebre mito legato all’impossibilità di spiccare e conservare il volo. Il nostro calabrone riesce a volare perché batte forte e veloce le sue ali.

Il volo del bombo ha una frequenza pari a duecentotrenta battiti al secondo. Quindi le ali sbattono molto più veloci rispetto a tanti altri insetti. Il calabrone va anche più forte del colibrì: produce in un minuto il quintuplo dei suoi battiti alari. In parole povere, il bombo è in grado di ottenere una spinta sufficiente per mantenersi sospeso in aria.

E allora come si è creato il falso mito? Tutto concerne dei calcoli matematici errati. I fisici e i matematici del passato non hanno tenuto conto dello stallo aerodinamico. Si tratta di una separazione del flusso d’aria che causa la formazione di un ampio vortice, per breve tempo, sulla parte superiore dell’ala. Questo vortice dà vita a una portanza pari a quella del profilo alare durante il volo regolare di un insetto. E ogni volta che un calabrone inizia la fase di volo, le sue ali incontrano uno stallo aerodinamico a ogni ciclo di oscillazione.

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