Lo smartwatch di spazzatura: un dispositivo indossabile realizzato con rifiuti riciclati

Nasce un dispositivo elettronico da polso completamente realizzato con materiali riciclati (fazzoletti, cartacce e bicchieri di plastica) che funziona grazie all’energia raccolta dai movimenti di chi lo indossa. Per ora il dispositivo può trasmettere il codice Morse, ma presto potrebbe trasformarsi in un vero e proprio smartphone! Già: uno smartwatch fatto di spazzatura…

Un dispositivo elettronico fatto di rifiuti! (Pixabay) – curiosauro.it

Lo smartwatch di spazzatura, ecco il dispositivo indossabile realizzato con rifiuti riciclati
dall’Università del Surrey

I ricercatori dell’Università del Surrey sono riusciti nell’impossibile: hanno dato vita a un dispositivo elettronico indossabile composto al 100% da materiali riciclati e alimentari. A caricare il dispositivo non c’è una batteria, ma l’alimentazione arriva solo dal movimento umano. Quindi l’apparecchio funziona come un vero e proprio centro per la raccolta di energia.

Il dispositivo da polso assomiglia a uno smartwatch. Solo che è stato realizzato con salviette di carta, bicchieri di plastica e cibi andati a male. Come funziona? Grazie all’energia raccolta dai movimenti di chi lo indossa. Tutto qua. Per ora il dispositivo prototipo sa fare pochissime cose. Per esempio è stato programmato per trasmettere codice Morse. Il team di ricerca, però, sta cercando un modo per renderlo più funzionale. Il sogno è quello di trasformare il dispositivo riciclato in un vero e proprio smartwatch di spazzatura.

Il dispositivo che si alimenta grazie al movimento umano: come funziona?

Lo sviluppo del dispositivo (Università del Surrey) – curiosauro.it

Il responsabile del progetto è il professor Bhaskar Dudem, ricercatore presso l’Advanced Technology Institute (ATI) dell’Università del Surrey. Secondo la ricerca comparsa su ACS Applied Materials & Interfaces, nei prossimi mesi sarà possibile collegare il dispositivo da polso a internet. Il punto è proprio questo: dar vita a una tecnologia sostenibile, che possa funzionare con l’elettricità prodotta dagli utenti, cioè con i loro movimenti.

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Inevitabilmente, presto ogni oggetto di uso comune sarà dotato di un processore e connesso a internet. L’attuale rivoluzione dell’Internet delle cose (IoT) è però poco sostenibile. Per creare chip e batterie, per ricercare un’alimentazione diffusa, servono risorse che la Terra non è più disposta a offrire. Eppure la richiesta di dispositivi elettronici sempre più evoluti cresce senza limiti. Questo smartwatch di spazzatura è dunque un esempio di come si possano trovare strade alternative.

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Dov’è il segreto? Come fa la spazzatura a diventare elettronica? Il dispositivo si autoalimenta. Ecco il segreto… I materiali di cui è composto si caricano elettricamente dopo essere entrati in contatto. Questi materiali sono noti come nanogeneratori triboelettrici (TENG). Utilizzano la carica statica per raccogliere energia dal movimento attraverso il processo dell’induzione elettrostatica.

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