Inspiration4, il presente e il futuro del turismo spaziale

Non possiamo dirlo con certezza, ma è molto probabile che la missione Inspiration4 della SpaceX abbia segnato l’inizio di una nuova fase storica per i voli spaziali. Di certo, il lancio avvenuto il 16 settembre 2021 ha mostrato al mondo che cosa significa turismo spaziale. Ma ci sono anche molte altre questioni in ballo…

Inspiration4 ha dimostrato che sono possibili viaggi privati nello Spazio (SpaceX) – curiosauro.it

Turismo spaziale: la missione Inspiration4

Il 16 settembre 2021, la missione Inspiration4 è stata lanciata dal Kennedy Space Center su un Falcon 9. I quattro astronauti a bordo, tutti civili, hanno trascorso quasi tre giorni in orbita, nella Crew Dragon Resilience. Questo lancio ha comportato diversi record. Il più importante dei quali è questo: il suo è stato il primo equipaggio interamente civile a pilotare una missione spaziale orbitale.

Elon Musk e la sua SpaceX hanno voluto dimostrare che il turismo spaziale ha un futuro. Ossia che non soltanto gli astronauti professionisti possono viaggiare nello spazio. Per far ciò, l’azienda ha dovuto rendere possibile un lancio tecnicamente complicato e osteggiato da mille problemi burocratici.

Una missione spaziale molto privata

L’equipaggio della prima missione (SpaceX) – curiosauro.it

Possiamo definire Inspiration4 una missione spaziale privata e dimostrativa. Secondo Musk si è trattato soprattutto di pubblicità. Il miliardario ha dichiarato di aver voluto sfruttare l’attenzione mediatica verso la missione per raccogliere donazioni per l’ospedale pediatrico St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis e sensibilizzare l’opinione pubblica sul lavoro che la struttura svolge nel trovare una cura per il cancro infantile. In realtà, il messaggio arrivato al mondo è un altro. Cioè, che i miliardari, sborsando un bel po’ di soldi, possono viaggiare nello spazio. In termini tecnici, però, il primo volo di Inspiration4 non è stato un viaggio a pagamento: gli astronauti erano tutti ospiti.

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Nella capsula Crew Dragon di Space c’erano quattro ospiti. Il trentottenne Jared Isaacman, imprenditore digitale della piattaforma Shift4Payments, pilota, comandante e finanziatore della spedizione. L’assistente medico Hayley Arceneaux: una ventinovenne sopravvissuta a un tumore infantile e portatrice di una protesi al femore. La geologa e divulgatrice scientifica Sian Proctor. Poi c’era l’ingegnere aerospaziale e veterano dell’aeronautica Chris Sembroski, ossia l’uomo che cercava fondi per l’ospedale pediatrico di Memphis, incentrato sulla ricerca delle malattie infantili gravi, a cui Isaacman aveva già donato cento milioni di dollari.

Il turismo spaziale è legale?

Non esistono norme internazionali che vietano il turismo spaziale. In base al Trattato sullo spazio esterno firmato nel 1967, la nazionalità dell’operatore di lancio e l’ubicazione del sito di lancio determinano quale Paese è responsabile per eventuali problemi o danni. Nel caso di SpaceX, quindi, gli Stati Uniti si sono presi la responsabilità per l’intera missione. Ma gli USA e la NASA sono “contenti” di lasciare spazio aperto a Elon Musk, il quale fornisce loro i suoi razzi e le sue capsule per molti progetti governativi.

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Dal punto di vista legale, lo Spazio, compresa la Luna e altri corpi celesti, non è soggetto all’appropriazione nazionale per pretesa di sovranità. Chiunque, quindi, può esplorarlo liberamente. Bastano i fondi per farlo. E la missione Inspiration4 è più che coperta.

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