Un’altra opabinia | Perché ci interessa così tanto questa strana creatura preistorica

Ci risiamo! Abbiamo trovato un parente stretto dell’opabinia, ovvero dell’enigmatico esemplare invertebrato che per un secolo ha fatto discutere la scienza. Per anni infatti i ricercatori non hanno saputo come classificare questo mostro con cinque occhi, una proboscide e un corpo lungo sette centimetri. Il ritrovamento di un parente stretto di questa creatura ci fa capire di essere al cospetto di un artropode, ossia di un invertebrato celomato.

Un invertebrato assai curioso – curiosauro.it

Una seconda opabinia: ora possiamo dare un’identità alla creatura

Fino a oggi i paleontologi avevano scoperto soltanto una decina di esemplari di opabinia. E tutti nel giacimento di Burgess. L’aspetto bizzarro, diciamo pure mostruoso, dell’animaletto ha comportato nel secolo scorso enormi problemi per la sua classificazione. Ma oggi gli studiosi hanno qualche elemento in più e possono affermare che l’opabinia era un artropode.

Credevamo che un fossile scoperto nel 2008 appartenesse a un altro artropode estinto, anche questo stranissimo, cioè l’Anomalocaris. E invece è un’opabinia… O meglio, un suo parente stretto.

Cento anni di dubbi

Strane creature: anomalocaris (wikipedia) – curiosauro.it

Da cento anni si discute della scoperta dei fossili dell’opabinia, considerata tra le creature più strane mai vissute sul pianeta. Credevamo fosse una bestiaccia invertebrata unica nel suo genere. E invece ora è stato scoperto un parente prossimo. Ma facciamo un passo indietro per capire la questione…

L’anomalocaris e l’opabinia sono artropodi estinti, vissuti circa cinquecento milioni di anni fa. Il primo appartiene all’ordine dei radiodonti e ha molti parenti conosciuti in natura. L’opabinia, invece, è un animale raro, solitario e sfuggente. Tanto strano che gli scienziati non sanno bene di che specie sia. Il più enigmatico della storia della Terra. Fu scoperto solo nel 1912. In termini biologici, l’opabinia è stato a lungo l’unico rappresentante noto del suo genere. Ma ora, grazie a uno studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, abbiamo a disposizione il secondo opabiniide mai scoperto.

Sia l’anomalocaris che l’opabinia sono a lungo stati considerati dei freak del Cambriano. Ora sono riconosciuti come euartropodi del gruppo staminale inferiore. L’anomalocaris e i suoi parenti (radiodonti) ebbero una distribuzione planetaria e sopravvissero almeno fino al Devoniano. Invece, nonostante i tantissimi studi dedicati, l’opabinia è rimasto l’unico opabiniide formalmente descritto fino ad oggi. Ma adesso un vecchio fossile ritrovato nel 2008 nello Utah è stato riconosciuto come un nuovo opabiniide.

Cosa sono gli euartropodi

Strane creature: opabinia (wikipedia) – curiosauro.it

Gli euartropodi, come i chelicerati, i miriapodi e i pancrostacei, si diffusero nella biosfera terrestre in tempi preistorici. Oggi sono una famiglia dominante che comprende oltre l’80% delle specie animali viventi. In effetti, l’euarthropoda è stato il phylum animale più diversificato per oltre mezzo miliardo di anni, come i paleontologi hanno documentato grazie a numerose tracce e reperti fossili che risalgono al primo Cambriano. Parliamo di un periodo relativamente breve, durato una ventina di milioni di anni e cominciato circa cinquecento milioni di anni fa.

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L’anomalocaris e l’opabinia sono i due rappresentanti più famosi della fauna di Burgess, ovvero di una collezione di artropodi, spugne e vermi rinvenuta nell’argillite di Burgess, un deposito di fossili, in Canada. Questi fossili rappresentano ancora oggi un’importante risorsa per scoprire la vita durante il Cambriano, periodo durante il quale sono comparsi molti dei phyla animali moderni.

L’argillite di Burgess si rivelò piena di creature stranissime e molto diverse dai loro discendenti attuali. La creatura più strana di tutte è appunto l’opabinia. Misurava circa sette centimetri, aveva cinque occhi, la bocca rivolta all’indietro e posizionata sul lato inferiore del cranio, e una proboscide uncinata.

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Il nuovo fossile descritto nello studio, scoperto nel 2008, inizialmente era stato classificato come radiodonte, e dunque parente dell’anomalocaris. L’arrivo di un’altra opabinia ci rende certi della sua specificità: la creatura era un euartropode.

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