Il Sarcofago degli sposi in pericolo | Si studia un piano antisismico

Bisogna mettere in sicurezza il celebre Sarcofago degli sposi, l’opera forse più importante dell’arte etrusca, conservata nel museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma. Ogni vibrazione può essere infatti letale per gli antichi reperti conservati nelle teche del museo. E il pezzo più esposto è proprio il Sarcofago.

L’opera per eccellenza dell’arte etrusca: il Sarcofago degli sposi (wikipedia) – curiosauro.it

Salvare il Sarcofago degli sposi da vibrazioni ed eventi sismici

Il museo di Villa Giulia a Roma vuole mettere in sicurezza i suoi reperti, e fra questi preservare il più famoso pezzo dell’arte etrusca: il Sarcofago degli sposi. Come? Fissando ogni opera fragile a una pedana antisismica. È nato per questo il piano denominato MonaLisa, presentato al pubblico nel giorno di San Valentino. Secondo la direzione del museo questa iniziativa per mettere in sicurezza gli sposi più conosciuti dell’Antichità potrà essere esportata in tutto il mondo. Il piano nasce da un lavoro congiunto dello staff del museo, di ricercatori delle Università di Sapienza e Roma Tre, Enea e la ditta Somma specializzata nella costruzione di pedane antisismiche.

Il progetto ha vinto un bando della Regione Lazio e di Lazio Innova, e ora è nella fase iniziale. Entro qualche mese il prezioso e fragile Sarcofago degli sposi sarà fissato a una pedana antisismica d’avanguardia che isolerà l’opera sia rispetto alle vibrazioni del terreno prodotte dal passaggio dei veicoli, sia da quelle prodotte dalla natura, come i terremoti.

La storia del reperto

Il museo etrusco a Roma (wikipedia) – curiosauro.it

Da alcuni anni l’opera funeraria etrusca è protetta da una teca di cristallo. Il museo introdusse questa copertura dopo che un urto accidentale provocò la rottura di un dito di uno degli sposi.

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Il bellissimo Sarcofago degli sposi è conosciuto da secoli. Fu trovato in epoca risorgimentale, nella necropoli della Banditaccia a Cerveteri in quella che era allora la tenuta del principe Ruspoli. Gli archeologi erano due privati: i fratelli Boccanera.

L’opera, realizzata argilla e risalente al VI secolo a.C., era ridotta a un cumulo di frammenti. Oltre quattrocento pezzi, che poi i restauratori riassemblarono. Tale importante intervento di restauro si deve a Felice Barnabei, che fu il fondatore e il primo direttore del museo etrusco. Fu Barnabei a capire che quei frammenti appartenevano a un capolavoro, e fece di tutto per assicurarne la proprietà al museo etrusco appena fondato a Roma.

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Dopo quel restauro, il mondo riuscì ad ammirare questa magnifica scultura che ritrae una coppia di sposi sdraiati in un triclinio a un banchetto. I due sposi etruschi incantano con il loro sguardo e con loro le figure dai capelli lunghi. Lei indossa un copricapo e un paio di sandali. Il marito è caratterizzato da una barba lunga e appuntita.

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